Casa di Alice, tensione al processo contro i cinque educatori

Un momento dell'udienza al processo per i fatti di Casa di Alice
GROTTAMMARE - Si è aperto questa mattina, con una lunga udienza fiume, il processo per i fatti di Casa Alice. Sono imputati...

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GROTTAMMARE - Si è aperto questa mattina, con una lunga udienza fiume, il processo per i fatti di Casa Alice.






Sono imputati quattro educatrici, Rossana Raponi, Maria Romana Bastiani e Luciana D'Amario, difesi dall'avvocato Francesco Voltattorni e il coordinatore, Roberto Colucci, difeso dagli avvocati Donatella Di Berardino e Gennaro Lettieri.



Le accuse nei loro confronti sono pesanti, maltrattamento e sequestro di persona. Secondo il procuratore di Fermo, Domenico Seccia, che ha condotto l'inchiesta, i cinque avrebbero usato comportamenti violenti nei confronti di alcuni dei ragazzi autistici che frequentavano la struttura, specializzata nel trattamento di minori autistici.



Il presidente del collegio penale Ugo Vitali Rosati, dopo aver ammesso la costituzione delle parti civili delle famiglie dei sette ragazzi oggetto di maltrattamento, rappresentati dagli avvocati Mauro Gionni, Orlando Ruggieri, Roberta Emili e dell'associazione Aniep), rappresentata dall'avvocato Augusto Eugeni, ha rigettato la richiesta, presentata dalle stesse parti, di citazione in giudizio per responsabilità civile del Comune di Grottammare, dell'Asur Area Vasta 5 e della cooperativa Coinema, vincitrice dell'appalto per la gestione del centro, poi confluita nella Coos Marche Onlus.



Non sono mancati momenti di tensione e contrasto tra gli avvocati degli imputati e il Procuratore Seccia, che ha voluto replicare alle eccezioni della difesa, riguardanti la legittimità costituzionale del tipo di rito prescelto (il giudizio immediato), la presunta incompatibilità del giudice che ha svolto le indagini preliminari e quello che ha disposto il giudizio immediato e l'eccezione sollevata dall'avvocato Voltattorni in merito alla documentazione presentata dal Pm, con riferimento all'hardisk contenenti le immagini della webcam piazzata dai carabinieri all'interno della struttura.



Il procuratore ha sottolineato la legittimità della sua richiesta, data anche la gravità delle accuse. Il collegio ha infine rigettato le prime due accogliendo quella sulla produzione documentale. Tant'è che il Procuratore ha poi richiesto l'acquisizione delle prove video mediante altra formula. Dopo più di 8 ore, il presidente Vitali Rosati ha fissato la data della prossima udienza, dove si inizierà con ascoltare i numerosi testimoni dell’accusa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico