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GROTTAMMARE - La società Canalibus di Monteprandone, proprietaria dell’autobus rimasto coinvolto nell’incidente con un'ambulanza, nella galleria di Ca' Gulino di Urbino, dove sono morte quattro persone, si è affidata all’avvocato Raffaele De Chiara del foro di Ascoli. Il suo compito sarà quello di tutelare «tutte le attività interne utili a chiarire quanto avvenuto, ponendosi immediatamente a disposizione dell'autorità giudiziaria e delle forze di polizia».
De Chiara patrocinerà anche l'autista, Massimo Mariotti di 40 anni, qualora dovesse essere coinvolto nell’indagine della magistratura. Grazie al suo tempestivo ordine di fare evacuare l’autobus ha di fatto salvato la vita ai 47 passeggeri (seminaristi e ragazzini in gita parrocchiale a Urbino).
Il recupero
La società Canalibus, ha fornito inoltre recapiti mail e Whatsapp per le richieste di passeggeri e accompagnatori per informazioni e recupero di oggetti smarriti (zaini, telefoni cellulari, indumenti) «nonché quant'altro utile per la loro tutela legale».
Le autopsie
Intanto oggi, nel primo pomeriggio, al “Santa Maria Misericordia” di Urbino, verranno effettuate le autopsie su quel che resta dei quattro sfortunati deceduti nel rogo del mezzo della Potes 118. La Procura di Urbino si starebbe orientando verso l’ipotesi di omicidio stradale plurimo per il drammatico schianto tra l’ambulanza e l’autobus turistico della Canalibus di Monteprandone nella ormai arcinota galleria di Ca’ Gulino, ubicata nella Bretella che da Bivio Borzaga porta alla città ducale a fianco del vecchio tracciato della SS73 bis. L’informativa, relativa ai rilievi, particolarmente articolati, e le testimonianze, tra cui quella fondamentale dell’autista del pullman, Massimo Mariotti (il caso ha voluto porti lo stesso cognome dell’infermiera morta carbonizzata sul mezzo di soccorso del 118), raccolte dalla polizia stradale urbinate, è stata consegnata alla procuratrice facente funzioni del Tribunale di Urbino, Irene Lilliu.
La dinamica della sciagura che ha provocato la morte di quattro vite, tre professionisti della sanità dell’entroterra pesarese e un paziente che doveva essere trasportato all’ospedale urbinate per delle analisi, sono pressoché appurate: l’ambulanza avrebbe invaso la corsia del pullman che non poteva far nulla per evitare lo scontro (alla sua destra aveva il muro dell’estradosso) se non, come detto dallo stesso conducente, «segnalare il pericolo con gli abbaglianti e il clacson». Ora, ultimata la fase di studio da parte della Procura, che ha aperto un fascicolo e ha affidato ’incarico per effettuare l’autopsia.
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Corriere Adriatico