Grottammare, indagine nel passato Prosciugato il “Bagno della Regina”

I lavori ieri di Protezione civile e Legambiente
GROTTAMMARE  - Il “Bagno della Regina”, probabilmente risalente all’epoca romana in età imperiale, è stato finalmente svuotato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GROTTAMMARE  - Il “Bagno della Regina”, probabilmente risalente all’epoca romana in età imperiale, è stato finalmente svuotato dall’acqua stantia. Ora possono quindi partire i lavori di mappatura e di studio da parte delle università di Bologna e di Napoli per cercare di capire a cosa servisse questa profonda vasca situata in zona Valtesino. 

L’operazione di pulizia del “Bagno della Regina” si è svolta oggi pomeriggio ad opera della Protezione civile di Grottammare, di Monsano di Ancona e di Monte San Vito, Lega Ambiente Marche e Lega Ambiente di San Benedetto, e dalla Soprintendenza archeologica di Ancona. Presenti sul luogo anche il sindaco Piergallini, il professore dell’università “L’Orientale” di Napoli, Fabrizio Pesando, l’archeologo Gianluca Trionfi, l’architetto Alessandro Vannicola, e naturalmente i promotori di questa iniziativa, il gruppo “Voler Bene a Grottammare”, coadiuvato dall’architetto Antonella Nonnis. 
Ora c’è da capire a che cosa servisse questa vasca. Sono due le ipotesi come spiegato dal professore Fabrizio Pesando e dall’archeologo Gianluca Trionfi: «O era una cisterna che serviva ad alimentare le domus romane oppure si trattava di una piscina». 
I professori Enrico Giorgi (dell’università di Bologna) e Fabrizio Pesando (dell’università di Napoli) lavoreranno nei prossimi mesi per svelare i segreti della vasca. «Prima faremo un censimento di tutti i bagni presenti sul territorio– ha spiegato Pesando – Successivamente, studieremo il sottosuolo del “Bagno della Regina” con un georadar». A caccia dei segreti del sottosuolo.
  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico