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ASCOLI Riproposta nella diocesi di Ascoli la celebrazione della messa in latino. Si tratta della riappropriazione della liturgia del rito romano, che a partire dal IV secolo si era diffusa in Europa e prima ancora in Africa, solo ed esclusivamente in lingua latina. Il ritorno a quella che per secoli è stata la lingua del colloquio con il Signore è stato avallato dal vescovo Giampiero Palmieri, dopo che poco tempo fa, c’era già stato un precedente al convento di Sant’Onofrio, su richiesta di alcune centinaia di fedeli.
Le celebrazioni
Ora, in città, nella pluralità diocesana dei carismi religiosi, la messa in latino viene celebrata nella chiesa di San Cristoforo della Confraternita Orazione e Morte.
La passione
«Come è nata la passione per la messa in latino? Si tratta di godere, con il permesso della giusta autorità, di quei tesori imperituri dei testi liturgici antichi, del bello e dell’arte che hanno caratterizzato la cultura cristiana» affermato Baiocchi. Baiocchi ringrazia Palmieri, che ha accordato il proseguo delle celebrazioni al gruppo; don Giorgio Lenzi,che tra mille difficoltà prosegue la sua opera mensile; il priore Giancarlo Tosti che da sempre mette a disposizione la chiesa di San Cristoforo per le celebrazioni e, infine, il cantore Massimo Malavolta per il supporto canoro e organistico, elemento importante nella liturgia antica. La prossima messa prevista, nell’ambito di quelle fissate mensilmente nella terza e quarta domenica, è per il 28 gennaio, alle 11, 30 nella chiesa di San Cristoforo, tra le più antiche della città, riconosciuta prima nel 1560 e ampliata un secolo dopo, sede storica di tre altari barocchi ad opera di Giuseppe Giosafatti.
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Corriere Adriatico