Anticorpi monoclonali, 110 pazienti trattati nell'Area vasta 5 da marzo. Ecco quali sono i risultati

Il pronto soccorso dell'ospedale Mazzoni di Ascoli
ASCOLI - Sono 110 i pazienti affetti da Covid trattati con gli anticorpi monoclonali nel territorio dell'Area vasta 5 dall'avvio dell'attivazione del percorso il 17...

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ASCOLI - Sono 110 i pazienti affetti da Covid trattati con gli anticorpi monoclonali nel territorio dell'Area vasta 5 dall'avvio dell'attivazione del percorso il 17 marzo 2021.

Lo rende noto l'Area vasta 5 in una nota in cui si afferma che «questa risposta terapeutica (che non sostituisce assolutamente il ruolo determinante dei vaccini) sta permettendo di contenere il numero di accessi in Pronto Soccorso ed in Rianimazione». 

 

Attualmente, secondo l'Area vasta 5,  «infatti il numero di pazienti più gravi che richiedono ospedalizzazione è notevolmente ridotto se confrontato con i numeri di un anno fa». L'Area vasta 5 ricorda che gli anticopri monoclonali «per essere maggiormente efficaci devono essere somministrati precocemente dopo il riscontro della positività al tampone molecolare o antigenico strumentale, non oltre i 10 giorni dall’esordio dei sintomi». 

Nell’ Area Vasta 5 i Centri autorizzati alla prescrizione sono la UOC di Pneumologia diretta dal Dott. Vittorio D’Emilio ed il Pronto Soccorso di San Benedetto del Tronto diretto dalla Dott.ssa Giuseppina Petrelli. Nell’ospedale di Ascoli ad oggi «sono stati trattati 110 pazienti grazie all’intensa collaborazione esistente tra Medici di Medicina Generale, Usca e referenti ospedalieri, è stato predisposto un ambulatorio dedicato dove quotidianamente dal lunedì al venerdì vengono trattati i pazienti a rischio e l’attività è stata notevolmente intensificata nell’ultimo mese in risposta al crescente numero di pazienti positivi».

L’epidemia Covid, nonostante tanti disagi per la quotidiana attività ospedaliera ed ambulatoriale e soprattutto per i pazienti, ha creato, afferma in conclusione la nota dell'Area vasta 5,  «un nuovo modo più diretto ed efficace di rapportarsi tra gli operatori sanitari dell'ospedale e del territorio, con indubbi benefici per i cittadini assistiti».

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Corriere Adriatico