Coronavirus, la terza positiva è una donna incinta. La polizia indaga su 7 bengalesi: sono ambulanti in spiaggia?

Coronavirus, la terza positiva è una donna incinta. La polizia indaga su 7 bengalesi: sono ambulanti in spiaggia?
ASCOLI - Mentre si cerca di far luce sugli spostamenti in questi sedici giorni dei tre cittadini bengalesi residenti a San Benedetto e positivi al Covid-19, resta sempre alta la...

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ASCOLI - Mentre si cerca di far luce sugli spostamenti in questi sedici giorni dei tre cittadini bengalesi residenti a San Benedetto e positivi al Covid-19, resta sempre alta la guardia sul piano sanitario nell’Area Vasta 5. La notizia di ieri è che gli agenti del commissario di polizia San Benedetto, hanno preso in mano la situazione per vederci chiaro su questa vicenda che presenta ancora molti lati oscuri. Nell’appartamento in pieno centro sulla Riviera dove attualmente, si trovano in isolamento domiciliare i tre cittadini bengalesi (due uomini e una donna incinta di 5 mesi), vivono due nuclei familiari per un totale di sette persone, tre delle quali, per l’appunto, positivi al Coronavirus. Si sa anche che di questi due nuclei familiari, ci sono due bambini e una donna in stato interessante. 


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Lo scopo degli agenti di polizia è quello di verificare non solo l’attendibilità delle versioni fornite dai tre begalesi positivi, ma cercare di ricostruire gli spostamenti e le attività lavorative di questi due gruppi familiari. Anche perché, al riguardo, le versioni fornite, soprattutto, dai tre bengalesi, non sempre coincidono.
 
Secondo quanto dichiarato ai sanitari del Dipartimento di Prevenzione, i tre cittadini bengalesi avrebbero sostenuto di essersi messi volontariamente in isolamento domiciliare non appena rientrati a San Benedetto dal loro viaggio in Bangladesh. Anche se tale circostanza fosse vera, la domanda che si pongono in Area vasta è se l’isolamento domiciliare abbia riguardato solo i tre soggetti positivi o anche tutti i componenti dei due nuclei familiari. Inoltre, ci sono molte discordanze sulle versioni fornite circa l’attività lavorativa che svolgono. In un primo momento, è stato dichiarato ai funzionari dell’Area Vasta 5 che alcune delle persone di queste due famiglie, hanno esercitato l’attività di commercio sulle spiagge di S. Benedetto. Versione, poi, cambiata. 
I permessi di soggiorno
I poliziotti stanno anche vagliando la posizione amministrativa dei sette stranieri. Due di loro, come hanno avuto modo di appurare gli operatori sanitari del Dipartimento di Prevenzione, sarebbero in possesso di tessera sanitaria e, questo, farebbe pensare che almeno abbiano un regolare permesso di soggiorno. Insomma, tutta una serie di dubbi, perplessità e interrogativi che non fanno altro che aumentare i timori presso la popolazione della provincia di altri e nuovi contagi. Così, dopo più di cinquanta giorni di assoluta calma, quando il Piceno era Covid free, la tensione torna a salire, anche se dal Dipartimento di Prevenzione continuano a rassicurare la popolazione perché il cluster composto da questi nuclei familiari è stato isolato. Ma anche presso lo stesso Dipartimento di Prevenzione nessuno è totalmente convinto che l’individuazione del cluster e l’isolamento delle sette persone basti a considerare la situazione sotto controllo. 
Il rebus contatti

Questo, perché nei sedici giorni intercorsi dal loro arrivo a Fiumicino e la comunicazione alla Regione da parte delle autorità sanitarie aeroportuali, non si ha alcuna certezza sui contatti avuti da queste persone e, pertanto, fanno fede solo le loro dichiarazioni, sulle quali, come abbiamo scritto nei giorni passati, vengono sollevate non poche perplessità, stante anche le difficoltà linguistiche. Insomma, un quadro certamente poco rassicurante e nel quale c’è, fortunatamente, una sola certezza. Quella che si tratta di un virus Covid-19 di importazione e non autoctono, per cui una volta stabiliti i contatti avuti dai tre cittadini bengalesi tra due settimane si potrà veramente dire se il cluster è stato completamente circoscritto e isolato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico