ASCOLI - Almeno tremila esami diagnostici arretrati a cui si aggiungono visite ambulatoriali da recuperare. C’è una fase 2 anche per l’Area vasta (e in...
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Da due mesi al Madonna del soccorso sono sospese le visite ambulatoriali e gli esami diagnostici. Ma come verranno recuperate le prenotazioni? In un primo momento il Cup aveva provveduto a ricontattare tutti coloro che avevano un appuntamento nel periodo del lockdown e a informare che era stato annullato e quindi i pazienti sarebbero stati ricontattati con il ritorno alla normalità. Ma risale a sabato scorso la circolare dell’Asur con la quale si dispone che tutti gli appuntamenti presi e ricadenti in questi due mesi di blocco vanno annullati.
Che significa? Ciascun paziente dovrà tornare dal proprio medico di base il quale dovrà decidere se l’esame o la visita in questione è più che necessaria o può aspettare e in caso di bisogno si dovrà affrontare l’intera trafila tornando al Cup e prendendo un nuovo appuntamento. Si parla di circa tremila esami tra ecografie, tac, risonanze magnetiche e mammografie. Prescrizioni che potranno ripartire dal mese di giugno come si legge nella circolare a firma della dirigente Lucia Di Furia.
I privati
Chi ha bisogno di essere curato perché soffre di malattie diverse dal Covid o ha un problema di salute cronico non può farlo. Chi pensa ai malati no Covid? Se lo stanno chiedendo in molti coloro che soffrono di patologie non legate al virus e che da due mesi non riescono ad accedere alle cure sanitarie, né hanno certezza sulla data in cui potranno effettuare quelle che sono le prestazioni non urgenti sospese durante il lockdown. Lo stop crea un’altra emergenza complementare all’epidemia che ha assorbito reparti e personale medico. Nel post Covid si assisterà a una concentrazione di richieste di prestazioni sanitarie, sinora messe in stand-by. Anche perché basti pensare che una volta riaperte le prenotazioni i posti finiranno nel giro di un paio di giorni. Questo favorirà il privato? E’ molto probabile, se mai ce ne fosse bisogno e già cliniche e strutture convenzionate sono sold out.
Il pronto soccorso
Intanto il Pronto soccorso sambenedettese si candida a ospitare un percorso misto di covid e no covid, ma il timore è che il numero di medici e pazienti non sia sufficiente. A oggi si contano 12 medici a cui si aggiungono quattro professionisti che però non sono autorizzati a prestare soccorso ai codici gialli e rossi. Inoltre i letti a Medicina d’urgenza passeranno da 13 a 27 e il timore è proprio che il corpo medico non riesca a coprire la richiesta di prestazioni. Inoltre rimane un nodo al centro dell’intero sistema: il Pronto soccorso accoglie i pazienti, li valuta per poi inviarli al Mazzoni di Ascoli? Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico