ASCOLI - La scoperta di una quarta persona positiva al Covid-19 sta alimentando la paura e le preoccupazioni nella comunità picena. Si tratta di un uomo, anch’egli...
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Certo, che l’individuazione di un quarto positivo, ha aumentato l’allarme delle autorità sanitarie che stanno cercando, a fatica, di ricostruire tutti i contatti dei tre soggetti rientrati da un viaggio in Bangladesh lo scorso 17 giugno. In queste ore, il Dipartimento di Prevenzione sta cercando di individuare un’altra persona, appartenente a uno dei due nuclei familiari e di cui si sono perse le tracce. Rintracciarlo, spiegano sempre dal Dipartimento di Prevenzione, è assolutamente importante e fondamentale perché in questo modo si potrebbe cercare di ricostruire la catena dei contatti. Quello che tutti si augurano è che questa persona, una volta individuato, risulti negativo al tampone, in caso contrario anche per lui scatterebbe l’isolamento domiciliare.
Le difficoltà
Ma proprio la difficoltà di rintracciare questa persona, fa capire quanto sia difficile e complicato da parte del Dipartimento di Prevenzione, cercare di controllare le persone entrate in contatto con i due nuclei familiari, anche perché gli sviluppi della situazione stanno a dimostrare una certa inaffidabilità, dovuta probabilmente a ragioni linguistiche, delle dichiarazioni dei membri delle due famiglie residenti a S. Benedetto. Così, torna in ballo l’opportunità o per meglio dire la necessità secondo i tecnici dell’Area Vasta 5, di isolare le due famiglie bengalesi, per un totale ufficialmente di sette persone, in qualche struttura protetta, in modo da agevolare tutte le operazioni di verifica per il rispetto dell’isolamento domiciliare. Una soluzione alla quale la Regione ha già risposto in maniera negativa, ma in quel momento i casi erano tre, adesso che se n’è aggiunto un quarto, forse qualcosa potrebbe cambiare.
L’allerta
Quello che è certo è che la direzione dell’Area Vasta 5 ha allertato la Protezione civile, spiegando la necessità di individuare una struttura protetta dove poter ospitare i due nuclei familiari. Anche perché, ancora non si sa con assoluta certezza l’attività svolta dai componenti i due nuclei familiari. Qualcuno parla di commercio ambulante e questo significa, come è evidente, aumentare potenzialmente i rischi di altri contagi. Nelle ultime ore si era sparsa anche la voce che una richiesta in tal senso fosse pervenuta anche al sindaco di S. Benedetto, Pasqualino Piunti, il quale, però, nega la circostanza. «Personalmente – spiega Piunti – non so niente di questa richiesta. Sono costantemente in contatto con l’Asur e da Ancona continuano a ripetermi che la situazione è sotto controllo e che non ci sono motivi di preoccupazione. So che in campo oltre al Dipartimento di Prevenzione ci sono anche le Forze dell’Ordine per monitorare la situazione. Comunque, su mia iniziativa, disporrò anche l’impiego della Polizia municipale per le opportune operazioni di controllo».
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Corriere Adriatico