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COMUNANZA - È una voce fermamente fuori dal coro quella del Comune di Comunanza, tramite il proprio sindaco Alvaro Cesaroni. Una posizione che è contraria all’istituzione di un Distretto sanitario montano dei Sibillini espressa dagli altri dieci sindaci che fanno parte dell’Ambito territoriale sociale 24, al fine di salvaguardare quest’ultimo.
La normativa
Infatti, secondo la normativa e nelle intenzioni del nuovo Piano socio-sanitario regionale, ogni Ambito dovrebbe corrispondere con un Distretto sanitario. L’Ats 24 grava su due distretti, quello di Ascoli per i Comuni dell’Ascolano che ne fanno parte e su quello di Fermo per quelli del territorio Fermano. Nella richiesta dei sindaci di un nuovo Distretto sanitario montano dei Sibillini fatta alla Regione pochi giorni fa per salvare l’Ats 24, era stato inserito anche il Comune di Comunanza.
La reazione
Aspetto che ha mandato su tutte le furie il sindaco Cesaroni. «Noi ci dissociamo totalmente dalla richiesta.
L’affondo
Quindi il sindaco all’attacco. «Quella del Distretto montano è una richiesta soltanto ideologica e velleitaria che non ha senso – tuona Cesaroni - visto, oltretutto, che si parla di una popolazione esigua, di circa 10mila abitanti per l’area corrispondente all’attuale Unione montana dei Sibillini, sempre insufficiente anche allargandola a qualche altro Comune. Ciò considerando anche la scarsità di risorse pubbliche regionali per la Sanità. Comunanza - continua Cesaroni - è uscita dall’Unione montana dei Sibillini dal 1 gennaio del 2022 per passare con quella del Tronto, e abbiamo chiesto alla Regione di uscire anche dall’Ats 24 ed entrare in quello di Ascoli (passaggio non ancora ufficializzato dall’ente regionale, ndr). Ciò perché, anche riguardo l’Ambito sociale, riteniamo che far parte di uno più grande porti maggiori vantaggi e professionalità».
La rete
Il sindaco Cesaroni conclude così: «Noi che risiediamo nella zona montana, in ogni settore, dobbiamo trovare dei sistemi e dei metodi per aprirci ancora di più agli altri territori, creare delle sinergie e non invece arroccarci e chiuderci in noi stessi. Per questo rappresenta un’esigenza primaria migliorare le vie di collegamento viario, che permettono di spostarsi e di essere raggiunti in tempi brevi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico