OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
COMUNANZA - Un fronte comune che si preannuncia compatto come non mai quello che uscirà fuori dall’incontro convocato dal sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni, domani pomeriggio alle 17, nell’auditorium Luzi, per confrontarsi sulle diverse incertezze relative al futuro prossimo dello stabilimento Whirlpool di Villa Pera.
Invitati sindaci dell’area montana di tre province, sindacati, industriali dell’indotto, il presidente della regione Francesco Acquaroli e altri assessori, presidenti delle province di Ascoli e Fermo, associazioni delle categorie produttive, parlamentari del territorio. Invitati anche i vertici nazionali della Whirlpool. Una chiamata a raccolta generale per avere n quadro chiaro della situazione e decidere le iniziative da prendere.
I timori
Si sta procedendo nell’incertezza, dopo che lo stesso ceo di Whirlpool corporation Marc Bitzer, in una intervista di qualche mese fa, aveva dichiarato che «Whirlpool ha avviato una revisione strategica delle sue attività in Europa, Medio Oriente e Africa (area Emea).
L’appello
Intanto si fanno sentire i due presidenti delle Unioni Montane del Tronto-Valfluvione e dei Sibillini, rispettivamente Giuseppe Amici e Fabrizio Vergari. I due enti insieme raccolgono 19 Comuni dell’area interna montana delle province di Ascoli e Fermo. I presidenti, a nome dei sindaci dei Comuni rappresentati, lanciano l’appello alle istituzioni, a cominciare dalla Regione Marche, affinché siano messe in atto delle istanze nei confronti del governo, ed in particolare verso il Ministero dello Sviluppo economico. Ciò per intraprendere tutte le iniziative possibili per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Comunanza, o comunque qualsiasi cambiamento che possa apportare ulteriore indebolimento del sito, dal lato produttivo e occupazionale. C’è molta preoccupazione.
Il danno
«La eventuale chiusura dello stabilimento di Comunanza – dicono i presidenti – sarebbe una catastrofe economico-sociale non solo per il territorio montano, ma anche per altre aree sud delle Marche, visto che nella fabbrica di Villa Pera ci sono lavoratori provenienti da tre province e anche dalla costa. Infatti solo qualche decina dei circa 320 occupati attuali è comunanzese. Aggiungendo poi quelli dell’indotto, compresi gli imprenditori. Sarebbe altamente negativo anche il ridimensionamento ulteriore, dopo quello di un dimezzamento degli occupati rispetto ad alcuni anni fa. Un disastro per tante famiglie e tutto il tessuto economico-sociale”.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico