COLLI DEL TRONTO - «A chi possiamo rivolgerci per avere un po’ di rispetto?». Per Poste Italiane arriva una nuova sberla. E questa volta sono i cittadini di...
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La situazione si è poi aggravata sempre di più con l’aumento delle temperature e con il sole torrido che picchia sulla testa di chi, per una semplice operazione, è costretto a perdere una intera mattinata in condizioni meteo proibitive.
Nelle scorse settimane, il primo cittadino, Andrea Cardilli, aveva iniziato una vera e propria battaglia contro Poste Italiane, arrivando perfino ad inviare un esposto in procura. Ma nei giorni scorsi, l’inefficienza dell’ufficio postale di Colli è diventata talmente insopportabile, che le segnalazioni di tanti cittadini inviperiti, oramai, piovono da più parti. Anche su Facebook e direttamente sulla bacheca del gruppo consiliare di maggioranza.
Lunedì scorso, infatti, un cliente di Poste Italiane del paese, esasperato da un disservizio che non sembra avere fine, scrive: «Signor sindaco: se non interviene lei, con la sua autorità, a chi possiamo rivolgerci»? L’utente, poi, descrive lo scenario a cui ha assistito lunedì scorso:”Ore 10. - racconta -: alle Poste ci sono 15 persone che, con il caldo, stanno dentro la sala d’aspetto, creando assembramento. E intanto c’è un solo sportello. E allora mi chiedo di chi sia la responsabilità: se delle poste o delle autorità che, consapevoli della situazione, non prendono provvedimenti. Eppure nel nostro paese esiste un altro ufficio con altri due sportelli». E ancora: «Ore 12:45 di oggi - scrive un altro cliente di Poste Italiane -: ho dieci persone davanti a me. Pazienza: è quasi sempre così. Aspetto fuori. Fa un caldo bestiale, la mascherina è zuppa di sudore. E l’unica impiegata, lavora freneticamente». Infine il cittadino di prima, che era arrivato alle 10, quasi rassegnato, conclude rivolgendosi al sindaco: «Se non a lei, a chi ci si può rivolgere per avere un po di rispetto»?
L’esposto
La risposta del sindaco di Colli del Tronto, Andrea Cardilli è immediata:«Ho inviato un esposto alla procura della repubblica. Ho scritto anche alla Prefettura e alla Questura. Il tutto, più di un mese fa. Ma nessuno ha risposto» . È doveroso ricordare, infine, che il primo cittadino ha da tempo informato anche la direzione di Poste Italiane di Ascoli Piceno e, come Anci (associazione nazionale comuni d’Italia), ha inviato un sollecito anche a quella nazionale con sede a Bologna. Ma nessuno ancora ha battuto un colpo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico