Tenta il suicidio in cella e poi picchia un agente della polizia penitenziaria che ne avrà per un mese

Il carcere di Marino del Tronto
ASCOLI - Ha aggredito gli agenti della polizia penitenziaria e uno di loro ha avuto la peggio rimediando un polso rotto e una prognosi di trenta giorni. Ennesimo episodio di...

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ASCOLI - Ha aggredito gli agenti della polizia penitenziaria e uno di loro ha avuto la peggio rimediando un polso rotto e una prognosi di trenta giorni. Ennesimo episodio di violenza all’interno del carcere di Marino del Tronto dove da qualche mese si sta assistendo ad una escalation di violenza che rendono le condizioni di lavoro degli agenti sempre più difficili e pericolose.

 

L’ultimo episodio si è verificato l’altra notte quando, lo stesso detenuto straniero che poche ore prima aveva tenuto in scacco per dodici ore una intera sezione detentiva brandendo una lametta e procurandosi delle ferite, avrebbe messo in atto intenti autolesionistici e a quel punto alcuni due agenti della Penitenziaria sarebbero intervenuti in suo soccorso per evitare il peggio. 


Il blitz
Nel momento in cui sono entrati all’interno della cella insieme con il medico per prestare le prime cure al detenuto, questi avrebbe aggredito gli agenti per poi mettere le mani al collo anche del medico. Nella colluttazione, ad avere la peggio è stato il poliziotto che ha dovuto far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni. Sottoposto ad accertamenti diagnostici, gli è stata riscontrata la frattura di un polso e, per questo, gli è stata imposta una prognosi di trenta giorni.

La situazione è divenuta ormai insostenibile nonostante la maggior parte delle sigle sindacali che rappresentano gli agenti della polizia penitenziaria abbiano più volte denunciato il clima crescente di violenza che quotidianamente il personale è costretto a fronteggiare. Gli appelli rivolti al dipartimento per l’amministrazione penitenziaria sono rimasti inascoltati ma sempre più spesso gli agenti finiscono all’ospedale. 


Le richieste


Senza successo anche le richieste avanzate alla direttrice del carcere in cui venivano ribadite la necessità di garantire una maggiore sicurezza per gli agenti. Purtroppo, quello di giovedì sera è stato solo l’ultimo di una serie di aggressioni compiute dai detenuti anche ai danni di altri reclusi: arredi delle celle devastati, ambulatori messi a soqquadro, secchiate d’acqua mista a varechina lanciate in faccia agli agenti, carcerati che rifiutano le cure e si scagliano contro il personale sanitario. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico