Si sblocca la variante urbanistica, si tornerà a costruire in periferia e nelle frazioni per ripopolare Ascoli

Si sblocca la variante urbanistica, si tornerà a costruire in periferia e nelle frazioni per ripopolare Ascoli
ASCOLI Si prepara la variante urbanistica che, sulla base delle proposte dei cittadini in risposta a uno specifico avviso comunale, servirà a modificare il volto della...

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ASCOLI Si prepara la variante urbanistica che, sulla base delle proposte dei cittadini in risposta a uno specifico avviso comunale, servirà a modificare il volto della città ottimizzando l’utilizzo del territorio e consentendo nuovi insediamenti residenziali senza ulteriore consumo di suolo pubblico. Prende, dunque, corpo a Palazzo Arengo, su indirizzo del sindaco Fioravanti in condivisione con il vice Silvestri con delega all’Urbanistica e in raccordo con il dirigente Piccioni, il provvedimento che consentirà una serie di cambi di destinazione di aree da residenziali a verde e viceversa, andando quindi a sbloccare quelle zone che finora non sono state utilizzate dai proprietari. 

 


Le costruzioni


Un’operazione che complessivamente riguarderà aree per sessantamila metri quadrati del territorio comunale, con 19 aree che verranno trasformate da edificabili a verde a fronte, con questa variante, delle prime 8 aree destinate a verde che accoglieranno insediamenti residenziali, sulle 20 ammesse in graduatoria. Oltre a quattro altre aree degli stessi proprietari che si trasformeranno in auto compensazione alcune da verdi a residenziali e viceversa. Il tutto in un contesto che, dopo l’avviso pubblicato a partire dal gennaio 2021 proprio per recepire le istanze dei proprietari di aree riguardo cambi di destinazione possibili, aveva fatto registrare una pioggia di richieste, per un totale di 154. Di cui, però, 115 sono state respinte perché inammissibili per vari motivi tecnici e normativi. 


Le aree


Le aree che si andranno, quindi, a trasformare a seguito della variante che si andrà ad approvare e per l’elaborazione della quale è stato affidato apposito incarico ad un tecnico, riguarderanno sia zone periferiche che alcune frazioni. Dopo le opportune verifiche, gli uffici comunali del settore Urbanistica coordinati dall’ingegner Piccioni hanno definito la graduatoria delle richieste ammesse e per le quali, quindi, si potrà ora sbloccare – dopo che sarà elaborata e approvata la variante specifica - il cambio di destinazione. Cambio che interesserà trentamila metri quadrati, sulla base di 19 domande accolte, di aree che passeranno da edificabili a verde e, a compensazione, altre 8 aree (sulle 20 richieste ammesse in graduatoria) per il cambio di destinazione da area verde a edificabile. Ci sono, inoltre, 4 aree che saranno trasformate in autocompensazione essendo sia verdi che edificabili degli stessi proprietari. Per quanto riguarda le aree che diventeranno edificabili, la maggioranza parte riguarda proprio insediamenti residenziali, ma è previsto anche qualche piccolo insediamento produttivo. Le aree che saranno trasformate sono distribuite in maniera diffusa in varie zone della città, prevalentemente tra la periferia e qualche frazione. 


I cambi di destinazione


A fronte di questi 30mila metri quadrati complessivi di cambi di destinazione, ci sono, invece, ci sono – come detto – ben 115 richieste che respinte perché ritenute tecnicamente inammissibili rispetto a quanto specificato negli avvisi e alle normative vigenti. Si tratta, infatti, di richieste inoltrate per la trasformazione di aree inserite con vincoli nel Piano paesaggistico ambientale regionale, oppure di aree a rischio esondazione o a rischio frane. Nell’avviso, infatti, l’Arengo aveva previsto tra i parametri indispensabili, la mancanza di vincoli, il posizionamento non su fiumi o crinali, la mancanza di opere di urbanizzazione e strade di collegamento e altro ancora. Un punteggio maggiore, inoltre, era stato previsto per aree nelle frazioni, con l’obiettivo di un ripopolamento delle zone più decentrate. 


Gli appartamenti


L’obiettivo di questa variante urbanistica che ora, dopo l’elaborazione tecnica, dovrà seguire il necessario iter procedurale, tra cui la valutazione ambientale, per poi arrivare all’adozione finale, è riuscire a rendere utilizzabili tutte le aree previste dal Piano regolatore con una compensazione attraverso cambi di destinazione e, quindi, di riuscire a sbloccare nuovi insediamenti abitativi in città senza ulteriore consumo di suolo. Soprattutto per offrire ulteriori opportunità nella direzione di un graduale ripopolamento della città.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico