I timori dei panificatori: «L’olio di girasole a quattro euro al litro. Se aumentiamo i prezzi addio ai clienti»

I timori dei panificatori: «L’olio di girasole a quattro euro al litro. Se aumentiamo i prezzi addio ai clienti»
ASCOLI  - A quasi tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina non è affatto migliorata la situazione delle materie prime per le attività commerciali in...

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ASCOLI  - A quasi tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina non è affatto migliorata la situazione delle materie prime per le attività commerciali in città, anzi, le cose sono peggiorate per i panifici e le attività di produzione alimentare a causa del prezzo di olio, farina ma non solo.

 


«La situazione è assolutamente peggiorata. L’olio è arrivato a costare 4 euro al litro e la farina aumenta ogni settimana -afferma Giovanni Piconi dell’omonimo forno di Via dei Bonaccorsi - Per ora non siamo intervenuti sul prezzo finale della merce ma se la situazione continua così, non lo sappiamo nemmeno noi. Non è possibile applicare dei prezzi esageratamente alti. Noi applichiamo tra i prezzi più bassi di Ascoli, i clienti ancora non si lamentano, ma noi iniziamo a soffrire questa situazione- prosegue Piconi- Non abbiamo nemmeno potuto fare scorta di materiali perché più di una determinata quantità non ci viene fornita. Non abbiamo nemmeno lo spazio per tenerle. Credo l’unica soluzione sia quella di abbassare i prezzi delle materie prime e dell’energia. Si lavora tanto e si guadagna tra poco e niente».

«Cerchiamo di tenere i prezzi il più possibile adeguati anche agli stipendi. Se quest’ultimi non aumentano, ci sono problemi- aggiunge Gregorio De Angelis di “Yoghi”- Cerchiamo di assorbire gli aumenti e tutelare i clienti. Stiamo attenti anche nello spuntare qualche contratto con i fornitori, senza intaccare la qualità. C’è stato un grande aumento del costo dell’energia, un elemento che incide tantissimo. A tutto questo deve pensarci il Governo: fare tagli dove non serve è qualcosa da applicare».

Luigi Ciambella de “La Panificatrice ascolana” evidenzia che «Gli aumenti sono il risultato di una speculazione e non più sostenibili. Io ho alti consumi di metano e di corrente, ma anche le farine sono salite del 60-70%, per non parlare di quelle speciali. Sull’olio di girasole, non ne parliamo: gli aumenti sono del 300% - spiega - Problemi anche per lo strutto, burro e zucchero, e adesso non mi stanno arrivando più nemmeno i pomodori. Credo che ci sia anche molta speculazione. I prezzi li abbiamo aumentati del 10%, ma se questi aumentassero ancora, si rischia che il cliente non compri più. Abbiamo tanti dipendenti e tre negozi: facciamo anche consegne alla grande distribuzione. Ad oggi si lavora solo per lavorare, non per guadagnare. L’importante è non mollare, ma la cosa non può andare avanti per molto tempo- prosegue- Ogni mese le bollette aumentano di mille euro, siamo sui diecimila euro al mese di spese. Penso che molte attività che soffrono, non credo che riusciranno ad andare molto avanti». 


Ho sempre acquistato da aziende locali e ho avuto un costo che era più o meno fisso- spiega Amedeo Castelli dell’Antico Molino “Santa Chiara”- Gli aumenti che abbiamo avuto sono quelli dell’energia e quell’impennata ha influito molto a seguito delle chiusure per la pandemia. La nostra produzione è legata a quella locale di cereali, ma qui si vive settimana in settimana perché i prezzi dell’energia stanno raggiungendo picchi elevatissimi. Stiamo resistendo ma speriamo che la situazione possa migliorare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico