Spycam nel videopoker, incastrato dai video un barista finisce nei guai

Spycam nel videopoker, incastrato dai video un barista finisce nei guai
ASCOLI - Era accusato di furto in concorso con il titolare di un bar di Ascoli, il trentenne che nell’agosto del 2015 era stato fotografato mentre armeggiava con un trapano...

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ASCOLI - Era accusato di furto in concorso con il titolare di un bar di Ascoli, il trentenne che nell’agosto del 2015 era stato fotografato mentre armeggiava con un trapano vicino ad un videopoker.

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Secondo quanto sostenuto dalla pubblica nel corso del processo di primo grado che si è concluso ieri davanti ai giudici del collegio del tribunale di Ascoli, nell’agosto del 2015 il titolare di uno dei bar tra i più frequentati in città, aveva avuto dei problemi con l’azienda che noleggia i videopoker e ne era nato un contenzioso tanto da indurre la ditta noleggiatrice a installare delle microcamere sulle “macchinette” che riprendessero quello che accadeva.

Ed infatti, sempre secondo quanto sostenuto dalla Procura, una notte le telecamere riprendono il titolare che armeggia vicino al cassetto dei sodi. Poi, secondo la ricostruzione fatta, intorno alle 5 di mattina, entrano nel bar quattro clienti per fare colazione ai quali il titolare dell’attività commerciale evidentemente chiede aiuto per provare ad aprire il videopoker. Dei quattro, solo uno viene ripreso, seppure non molto nitidamente, mentre impugnando un trapano prova a forzare lo sportellino. 

Per questo motivo, ieri mattina assistito dal proprio difensore di fiducia, l’avvocato Mauro Gionni, il trentenne è comparso davanti ai giudici per rispondere delle accuse di furto e truffa in concorso con il titolare del bar che, invece, è già stato condannato per gli stessi reati in primo grado avendo chiesto ed ottenuto di poter sostenere il processo con il rito abbreviato. Per il trentenne, invece, è arrivata l’assoluzione in quanto il giudice ha accolto la tesi difensiva che sosteneva che il giovane fosse ignaro delle reali volontà del titolare del bar e soddisfacendo una richiesta di aiuto di quest’ultimo. Pertanto, essendo inconsapevole il giudice ha pronunciato la sentenza di assoluzione. 

 

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Corriere Adriatico