Il Piceno è la Cenerentola sulla sanità: lo certifica lo studio dell'Università Politecnica delle Marche

Il Piceno è la Cenerentola sulla sanità: lo certifica lo studio dell'Università Politecnica delle Marche
ASCOLI -  Finora sulla sanità la politica ha dato spesso i numeri. La Fondazione Carisap ha realizzato, insieme all’Università Politecnica delle Marche,...

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ASCOLI -  Finora sulla sanità la politica ha dato spesso i numeri. La Fondazione Carisap ha realizzato, insieme all’Università Politecnica delle Marche, una indagine sulla qualità dei servizi nella provincia di Ascoli che ha riguardato non solo la sanità.

 

Ad esempio in Italia la quota di comuni con servizi per le famiglie interamente online è pari al 25,1%: ciò significa che, in media, solo in un comune italiano su quattro è possibile per le famiglie gestire interamente online le procedure per l’accesso ad uno o più servizi. Tale quota scende al 21,6% per la provincia di Ascoli, dove in alcune realtà – si pensi, ad esempio, alle aree montane – si scontano rilevanti difficoltà nel percorso verso la transizione digitale. Sul dato incide sia la dimensione dei comuni, ma anche la caratterizzazione dei territori e il grado di urbanizzazione; in genere, nelle province “prevalentemente rurali” i valori tendono ad essere più bassi della media.


Riguardo ai servizi di pubblica utilità, il numero di interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (interruzioni senza preavviso e superiori ai tre minuti), è pari ad una per utente nella provincia di Ascoli contro le 2,4 registrate a livello nazionale. Il parametro relativo all’offerta di trasporto pubblico locale segnala, per la provincia di Ascoli, una situazione di grave ritardo rispetto alla media regionale e nazionale, con il risultato che i cittadini ascolani non dispongono in concreto di una valida alternativa al trasporto privato. Ma è sulla sfera dei servizi sanitari, che si evincono le maggiori criticità. In Italia la disponibilità di posti letto per specialità ad elevata assistenza è di 3 ogni 10 mila abitanti; il valore della provincia di Ascoli – pari a 1,9 -, la colloca in una posizione di svantaggio sia rispetto alla media nazionale, che regionale (2,7), in un contesto generale che comunque, tra il 2011 e il 2019, ha visto una generale tendenza alla riduzione del numero di posti letto.


Una situazione simile si verifica in relazione ai posti letto negli ospedali, dove ugualmente si registra negli ultimi anni una tendenza alla riduzione della disponibilità. La provincia di Ascoli ha una dotazione di 24,8 posti letto ogni 10 mila abitanti, anche in tal caso inferiore alla media nazionale (33,2) e regionale (32,0). Un’ulteriore criticità è rappresentata dalla carenza di medici specialisti, problema già ampiamente noto a livello nazionale, ma che si palesa con maggiore gravità a livello locale, dove operano 26,6 medici specialisti ogni 10 mila abitanti contro i 30,2 di media nazionale.

A quanto finora osservato si lega il tema dell’emigrazione ospedaliera (mobilità passiva) in altra regione, cioè la percentuale di residenti ricoverati in altra regione per ricoveri ordinari per acuti sul totale dei residenti ricoverati. La percentuale di emigrazione che caratterizza la provincia di Ascoli (12,5%) è notevolmente più elevata rispetto alla media del Paese (8,3%). Le province con la maggiore capacità di attrazione sono concentrate al Nord, dove l’emigrazione ospedaliera risulta più contenuta con una media pari al 6,3%. Va evidenziato, tuttavia, che a partire dal 2016 nella provincia di Ascoli si è assistito ad una lenta, ma progressiva riduzione del tasso di emigrazione. Ma il gap romane. Cosa bisogna attendere per battere i pugni sul tavolo in Regione?

 

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Corriere Adriatico