La stoccata di Ameli, segretario dei Dem: «Loggi sale sul bus del Pd quando gli conviene»

Gli onorevoli Francesco Ameli e Augusto Curti
ASCOLI Volano gli stracci a Palazzo San Filippo, dopo le dimissioni a sorpresa del presidente Sergio Loggi (ma ha tempo fino al 19 maggio per ritirarle) e la dichiarazione di...

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ASCOLI Volano gli stracci a Palazzo San Filippo, dopo le dimissioni a sorpresa del presidente Sergio Loggi (ma ha tempo fino al 19 maggio per ritirarle) e la dichiarazione di dissesto guidato della Provincia che comporterà lacrime e sangue a livello finanziario nei prossimi anni per risanare i conti dissestati dopo la sciagurata divisione con Fermo.

 

I consiglieri provinciali del Pd hanno accusato Loggi «di avere abbandonato la nave»; il presidente ha replicato che la sua decisione di lasciare è stata maturata prima della notifica della Corte dei conti e ha chiesto al Pd «formali scuse». Scuse che al momento non arriveranno, anzi. «Di fronte a un ente in dissesto, per rispetto dei dipendenti, cittadini, imprese e parti sociali l’ex presidente avrebbe dovuto evitare di arrampicarsi sugli specchi con inverosimili accuse politiche per giustificare un atto ingiustificabile: le sue dimissioni» afferma Francesco Ameli, segretario di federazione del Pd.

La fuga in avanti

«L’ex presidente Loggi - prosegue Ameli - ha scelto di dimettersi in maniera autonoma, infatti nessuno ha mai chiesto le sue dimissioni, pertanto non si capisce quali scuse si dovrebbero a chi ha scelto di fare tutto da solo, senza che nessuno chiedesse nulla». Per Ameli gli atti lo dimostrerebbero: tutti i punti all’ordine del giorno del Consiglio, in questi anni, sono stati sempre approvati con tutti i consiglieri presenti e con votazioni unanimi o a larga maggioranza da ultimo il bilancio che, e questo va ribadito, è stato approvato all’unanimità. «Per quanto riguarda le affermazioni sul Pd - aggiunge Ameli - , ho già provveduto a convocare gli organismi dirigenti, come già fatto prima del bilancio, ma non posso esimermi dal ritenere scomposte e superficiali le critiche al Partito democratico. È paradossale pensare che il Pd sia un bus sul quale salire per diventare presidente della Provincia o consigliere provinciale, e farlo diventare invece uno strumento di battaglia politica quando si parla di Monteprandone. Quello che ormai appare chiaro a tutti i cittadini, non facendo onore a chi ha un senso alto delle istituzioni, è la strumentalizzazione della questione Provincia per la campagna elettorale di Monteprandone».

Ameli esprime la sua solidarietà ai consiglieri del Partito democratico, alcuni anche al fianco dei precedenti presidenti, «i quali hanno lavorato con abnegazione e, come è noto, gratuitamente e a loro va il nostro ringraziamento perché hanno sempre dimostrato senso di responsabilità mettendo a disposizione, con generosità, le loro competenze e il loro impegno nonostante le difficoltà di un ente in pre dissesto finanziario. Certo - conclude - non so se sia più grave che l'ex presidente sapesse o che non sapesse; di certo non avvertire neppure il giorno dopo il consiglio, i dipendenti e sindacati dedicandosi piuttosto a strumentalizzazioni politiche sulla stampa, è un gesto che si commenta da solo». A pensare ai conti della Provincia sarà ora Serena Piccioni, nominata ragioniere capo, proveniente dal Comune di San Benedetto.

 

 

 

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Corriere Adriatico