Un altro blitz, vandali stavolta in azione al ponte Tufillo: danneggiata la Fontana dei Cani

Un altro blitz, vandali stavolta in azione al ponte Tufillo: danneggiata la Fontana dei Cani
ASCOLI  - Il centro storico ancora nel mirino dei teppisti. Nonostante le telecamere per la videosorveglianza siano installate in molti angoli della città e sebbene...

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ASCOLI  - Il centro storico ancora nel mirino dei teppisti. Nonostante le telecamere per la videosorveglianza siano installate in molti angoli della città e sebbene continui imperterrito il lavoro degli “Angeli del Bello”, che da alcuni anni si prodigano senza sosta per ripulire palazzi imbrattati, la parte antica del capoluogo piceno continua ad essere oggetto di inciviltà, soprattutto a danno di monumenti e opere architettoniche di grande valore storico e artistico. 

 
E soprattutto, restano impuniti gli imbrattatori che firmano le loro bravate con sigle e geroglifici. Gli ultimi raid messi a segno dai teppisti riguardano l’area che va dal centro a Campo Parignano , di cui si sono occupate varie associazioni cittadine, da tempo sensibili al triste fenomeno, con attente documentazioni sui misfatti. Il più recente riguarda la Fontana dei Cani, in corso Mazzini opera del 1823 di Ignazio Cantalamessa e così erroneamente definita in gergo popolare, in quanto in realtà caratterizzata da due leoni. L’opera, così purtroppo come varie altre fontane ascolane, è stata recentemente presa di mira da vanbdali armati di bombolette spray e pennarelli indelebili, ma anche di una buona dose di inciviltà, visto che sono riusciti a ledere alcuni punti dei bordi dell’abbeveratoio e i gradini in travertino. Le immagini della bravata sno state subito postate nei social dal “Coordinamento Antidegrado per Ascoli”, rivolgendosi al Comune affinché certe riprovevoli azioni «vadano sanate immediatamente».


Non meglio, vicino ponte Tufillo, denominato così per via del materiale con cui fu costruito, il tufo, nel 1553 da Camillo Merli. Anche qui, una scritta macroscopica è stata realizzata dagli imbrattatori lungo il parapetto del ponte. «Una frase sciocca, che non dice nulla e che denota povertà culturale. Rimuovere subito queste imprese, serve a scoraggiare il vandalo di turno, che quasi sempre rinuncia a replicare la sciocchezza » hanno sottolineato i rappresentanti dell’associazione.

 

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Corriere Adriatico