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ASCOLI - Cresce il numero di passeggeri pronto a salire sul progetto della Ferrovia dei due Mari. Un’opportunità di sviluppo per il cuore dell’Italia, rilanciata dal sindaco di Ascoli Marco Fioravanti con un manifesto.
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Oltre all’Arengo, hanno convintamente sottoscritto il documento i Comuni di Arquata, Antrodoco e Monsampolo, il Cotuge, il Consorzio universitario piceno, la Fondazione Carisap, Confindustria Centro Adriatico, gli Ordini dei commercialisti, degli architetti e degli ingegneri, il Fai regionale, Italia Nostra, il Coni provinciale, la Bottega del Terzo settore che porta con sé un cospicuo numero di associazioni, e vari sodalizi piccoli come la comunanza agraria di Forca di Montegallo, Arquata Potest, AgriArquata e Terra Vettore, non per questo meno agguerriti. E altri sono pronti a sottoscriverlo.
Il manifesto
Il manifesto aveva già ricevuto il sostegno dell’amministratore apostolico della nostra diocesi e vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, del sindaco di Leonessa Paolo Trancassini, che è anche parlamentare, insieme ai colleghi Rachele Silvestri, Lucia Albano e Giorgio Fede, oltre al primo cittadino di Rieti Antonio Cicchetti.
Il comitato
Intorno al progetto si è costituito il comitato “Uniti per la ferrovia”: «L’appello del sindaco Fioravanti ad aderire a un manifesto aperto, trasversale e apartitico per la Ferrovia Salaria, è stato raccolto da categorie produttive, ordini, associazioni, comuni marchigiani e reatini, e il cerchio va allargandosi: a dimostrazione che, al di là della scarsa sensibilità dei governi avvicendatisi da oltre un secolo e mezzo, la battaglia per un treno di collegamento dei due mari è più viva che mai. D’altra parte, basta guardare una carta ferroviaria per visualizzare un pezzo di Italia centrale ricco di natura e storia, arte ed eccellenze ancora sconosciuto, e tuttavia tagliato fuori dal mondo. Il suo cuore è l’Appennino centrale che, malgrado un sisma devastante e le promesse vane di quattro governi, non si rassegna ad abbandonare il territorio dei padri, consapevole della propria straordinaria bellezza. Sempre più voci si uniscono alla forte richiesta di un treno che sostenga il turismo lento in cerca di ambiente e cultura, un pendolarismo sicuro verso i cantieri della ricostruzione e le aziende locali. Sempre più voci chiedono che il Governo centrale si faccia mediatore tra la spietata legge dei numeri cui si ispira Rfi e le ragioni delle comunità a cavallo di quattro regioni, che pretendono una cittadinanza di pari rango e dignità».
Le previsioni
Che le previsioni di Rfi possono essere smentite dai numeri lo dimostrano i treni elettrici che collegano Ascoli ad Ancona, dai numeri inaspettati e un gradimento crescente da parte dei cicloturisti. «RFI voleva sopprimere la tratta. Un sogno, forse. Ma anche i sogni diventano veri, quando a sognarli si è in tanti». Intanto, la petizione su Change.org per la Ferrovia dei due Mari ha svalicato le ottomila firme.
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Corriere Adriatico