ASCOLI - Mentre il Piceno si scioglie tra afa e temperature record, c'è già chi mette le mani avanti e cautela il territorio per quei possibili temporali che potrebbero...
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In questo senso, si è già mossa la Provincia andando a definire un servizio di Pronto intervento per i rischi idraulici e, quindi, per tutelare ambiente e popolazione da possibili inconvenienti che potrebbero anche avere effetti pesanti per il territorio. L'attivazione di questa strategia per le emergenze legate al maltempo e i suoi effetti sui corsi d'acqua piceni ha portato, quindi, ad una ordinanza del presidente D'Erasmo che contiene tutte le modalità di azione, i fiumi e torrenti a rischio e quant’altro per potersi muovere in caso di necessità. Un discorso che è partito dall'analisi della vulnerabilità del territorio esposto ai potenziali eventi meteorici di un certo impatto. Ed ecco, quindi, l'individuazione di tutte le fasi di intervento, a partire dalla preallerta che viene attivata dal servizio Protezione Civile della Provincia nel momento in cui venga comunicata, mediante uno specifico avviso della Regione Marche, la potenziale o effettiva manifestazione di un evento o l'esistenza di particolari condizioni al contorno che possano dare luogo, eventualmente, all'attivazione della successiva fase di attenzione. Il servizio Protezione Civile provvede quindi ad informare gli operatori del Genio Civile per l'attivazione del Pronto Intervento idraulico e gestione del rischio Idraulico. Quando poi si arriva all'eventuale e possibile superamento di una determinata soglia di valori che individua il livello di attenzione o preallarme (in base a soglie idrometriche ben precise), si arriva all'allerta vera e propria. Nella fase di Attenzione, gli operatori del servizio Genio Civile della Provincia, provvederanno a recarsi tempestivamente presso i Presidi territoriali Idraulici individuati per il monitoraggio degli eventi in corso. Le attività da svolgere presso i presìdi territoriali idraulici con rilevamento, a scadenze prestabilite, dei livelli idrici del corso d'acqua, al fine di rilevare il livello di criticità della piena in atto, con osservazione e controllo dello stato degli argini dei fiumi e torrenti e con una ricognizione delle aree potenzialmente inondabili. Si procederà, poi, con i primi interventi urgenti tra cui la rimozione degli ostacoli, anche causati da movimenti franosi, che possono impedire il rapido defluire delle acquee con la messa in sicurezza delle opere idrauliche danneggiate. Fino ad arrivare, se necessario, alla fase di allarme vera e propria che dovrà essere attivata nel momento in cui venga comunicato, mediante uno specifico avviso da parte della Regione Marche, ilsuperamento di una determinata soglia di valori che individua il livello di allarme, il peggioramento della situazione nei punti critici monitorati e un evento in atto, che comporti pericolo ai fini della protezione civile. Meglio mettere le mani avanti quando c'è l'afa. Prima che sia troppo tardi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico