Ascoli, 5mila euro anche ai parenti Al setaccio 500 pratiche del sisma

La Guardia di finanza in azione
ASCOLI - L’inchiesta della magistratura sull’una tantum di 5mila euro assegnata ai titolari di partita Iva danneggiati dal terremoto con una semplice...

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ASCOLI - L’inchiesta della magistratura sull’una tantum di 5mila euro assegnata ai titolari di partita Iva danneggiati dal terremoto con una semplice autocertificazione per usufruire del contributo è alla stretta finale. Le indennità post sisma sono state principalmente assegnate ai professionisti (commercialisti, ingegneri, avvocati, medici e non solo) per i danni subiti che loro stessi hanno accertato. E proprio le procedure di accesso al contributo percepito dai lavoratori autonomi sono finite nel mirino della Guardia di Finanza. Ora l’inchiesta è alle battute finali dopo la raffica di interrogatori delle settimane scorse. Sebbene molte autocertificazioni siano opinabili ma consentite da un bando che si potrebbe definire molto elastico, gli investigatori si sono concentrati in particolare modo su familiari e parenti, spacciati artificiosamente come soci. E sono almeno 500 i casi sotto la lente anche se per molti non sono emerse gravissime criticità. Esistono già dei casi emblematici come ad esempio quello di Castel di Lama che nella lista ufficiale dei beneficiari dell’indennizzo regionale è al terzo posto della classifica (al primo posto c’è Acquasanta Terme, al secondo Arquata), con ben 86 professionisti destinatari del contributo pur con una percentuale di danni per terremoto pari allo 0,3%. O come quello di Comunanza dove il primo ad insorgere è stato il sindaco Alvaro Cesaroni.  In qualche famiglia poi, i 5.000 euro si sono moltiplicati fino a 4 o 5 volte, secondo un principio basato su titolarità di soci di società di persone, prescindendo da valutazioni reali di danno subito. 
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Corriere Adriatico