Ascoli, è morto Tito Marini l'ultimo senatore del Meletti

Tito Marini
ASCOLI - La città ha perso uno dei suoi più fedeli innamorati. Alle 22 di lunedì, Benedetto Marini (detto Titì) è serenamente venuto a mancare...

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ASCOLI - La città ha perso uno dei suoi più fedeli innamorati. Alle 22 di lunedì, Benedetto Marini (detto Titì) è serenamente venuto a mancare all’età di 95 anni. Nato nel 1920, giornalista pubblicistadal 1961, Benedetto Marini era l’ultimo senatore del Caffè Meletti. Non a caso ha scritto numerosi volumi tra cui “Da Meletti si racconta che…”, nel quale racconta diversi aneddoti di personalità importanti giunte nel Piceno, tra cui Gorbaciov, Verdi, Mussolini, Mascagni, Murri, Badoglio, Papa Leone XIII e Pilotti. Inoltre, il commendator Marini riuscì ad inserire e far promuovere l’Anisetta Meletti nel mercato nazionale, quando lavorava come rappresentante per la ditta di dolciumi Venchi Unica. Si batté prendendo posizione sull’autenticità della ricetta delle olive ascolane. Faceva parte del comitato dei festeggiamenti in onore di Sant’Emidio.Musicologo fine, nipote del celebre tenore Luigi Marini, organizzò per anni concerti di fine anno per la Cassa di Risparmio di Ascoli e per i festeggiamenti patronali ed altre organizzazioni, raggiungendo masse concertistiche che scoprì anche all’estero. Sapeva scegliere orchestre e bande di gran nome per le feste patronali a cui era chiamato a collaborare. 

Non mancò inoltre di essere presente alla programmazione del teatro Ventidio Basso e fu tra i sostenitori dell’istituto musicale Spontini. Storico socio della Fondazione Carisap si è impegnato per l’ospedale Mazzoni dove ha sempre avuto come amici molti medici che lo stimavano per i suoi buoni uffici. Il primo impiego di Benedetto Marini fu in un istituto bancario e successivamente divenne segretario del presidente Gabrielli dell’Eca (Ente Comunale Assistenza). Competente di toponomastica, risistemò ad hoc il settore dell’amministrazione comunale, suddividendo i nomi per settori professionali e per quartieri. Si dava comunque da fare per tutti, giornalmente. Sulle sue “cartucce” segnava ogni richiesta, indipendentemente da ogni ceto. Era talmente conoscitore della sua città che quando arrivava qualche grossa personalità veniva invitato a fargli da guida. E così fu il Cicerone dell’americano Sabin (inventore del vaccino contro la poliomelite) e dell’ultimo presidente dell’Unione sovietica Gorbaciov che venne in città per l’Università della Pace, solo per citarne alcuni. Fu sempre elegante, cortese, ma dal carattere alquanto difficile per la tenacia delle sue convinzioni. Sua è la famosa “Carta dei quartieri della città”. Lascia nipoti tra i quali Fabrizio giornalista professionista. Corale il cordoglio della città. I funerali si terranno alle 16 nella chiesa di San Pietro Martire. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico