ASCOLI - È stato condannato a cinque mesi di reclusione un nigeriano, K. A., residente nella frazione Montadamo, assistito dall’avvocato Simone Matraxia, nei...
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Quest’ultima, non trovando più quel feeling che dovrebbe regnare in ogni famiglia, dopo mesi di convivenza aveva deciso di troncare il rapporto sentimentale andandosene via di casa. Il 20 settembre di due anni fa la ragazza tornò nell’abitazione del suo ex per riprendere i suoi vestiti e quelli della figlia minorenne. Scoppiò una violenta lite.
L’ex convivente cercò in tutte la maniere di convincerla a tornare a vivere con lui. Vista la posizione intransigente della giovane afferrò una cinta avente una fibbia metallica e cominciò a percuoterla. Era riuscita comunque a fuggire dall’appartamento per rifugiarsi presso quello del vicino il quale, difronte ad una situazione del genere, si premurò di chiamare telefonicamente i carabinieri.
Quest’ultimi, dopo essersi sincerati che in effetti le lesioni della donna erano compatili con scudisciate che le avevano causato lividi e rigonfiamenti della pelle sono entrati nell’appartamento dell’aggressore per identificarlo. Alla vista dei militari dell’Arma, però, la reazione del nigeriano è stata spropositata.
Prima ha iniziato a offenderli. A quel punto i carabinieri sono intervenuti per evitare che il vicino di casa che si era premurato di chiedere l’intervento del 112 venisse aggredito. Inoltre, alla vista dell’ambulanza che stava trasportando la sua ex all’ospedale Mazzoni, K. A. reagì violentemente scagliando contro il mezzo di soccorso l’orologio che teneva al polso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico