Annullate 140 indennità, ora la battaglia finisce in tribunale. E i vincitori dei concorsi valutano il ricorso legale

L'ospedale Mazzoni
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ASCOLI - Cronaca di una polemica annunciata. La decisione della commissaria straordinaria dell’Ast, Nadia Carignani, di procedere all’annullamento di circa 140 indennità di funzione e posizioni organizzative già deliberate a fine anno dall’ex direttore dell’Area vasta 5, Massimo Esposito, sta creando un pandemonio fra il personale. Questa sera è previsto un incontro dei vincitori del concorso per valutare il ricorso alla magistratura.

 

La commissaria ha deciso di annullare gli atti a seguito dell’introduzione del nuovo contratto che prevede maggiori costi che non sarebbero stati previsti. In sostanza mancherebbe la copertura finanziaria. Una tesi che non convince i vincitori del concorso. Ci sono per esempio 15 coordinatori (ex caposala) facenti funzione che non intendono più assumersi responsabilità senza percepire nemmeno un euro. 

C’è poi il capitolo dei contratti precari. Ascoli è l’Ast che ne ha più di tutti: 230 e molti contratti a termine in scadenza a fine marzo sono stati prorogati solo di un mese. «All’Ast emergono problemi di organico, forti ritardi nella stabilizzazione dei contratti e una riorganizzazione delle specialità che rischia di pregiudicare l’efficacia dei servizi - afferma l’onorevole Augusto Curti - Impossibile pensare, ad esempio, che nella sanità si rinnovino i contratti a un mese, come sta accadendo in questi giorni. Il tema delle liste di attesa, inoltre, ha assunto toni drammatici. «La carenza di risorse, la mancanza di programmazione e tagli ai presìdi stanno infatti compromettendo la capacità di fornire prestazioni adeguate alle esigenze dei cittadini» aggiunge il deputato democrat.



L’Ast del Piceno, tra l’altro, è l’unica delle Marche, che si è vista decurtare il budget in maniera significativa, pregiudicando la capacità di investire nell’organico e nell’efficienza dei servizi. «Lla sanità deve essere pubblica e per tutti, come previsto dalla Costituzione. La si può certamente potenziare, coinvolgendo anche il settore privato - prosegue Curti - Purché, tuttavia, la governance resti pubblica. Soprattutto occorre evitare di favorire il modello della privatizzazione che, per il nostro tessuto sociale, è in larga parte insostenibile. Se questo quadro sconfortante è il risultato della trasformazione da Asur ad Ast, in prospettiva c’è molto da temere e poco da sperare. Il caso piceno rappresenta oggi, in maniera eclatante, lo scenario che tutti i territori marchigiani iniziano a sperimentare. In sostanza - conclude Curti - siamo di fronte a un vero e proprio allarme sociale che, pertanto, va affrontato senza più incertezze. La giunta regionale, sostenuta da una maggioranza consiliare che molto si era spesa in termini di promesse elettorali, è richiamata alle sue responsabilità. La situazione, infatti, non è più sostenibile».
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Corriere Adriatico