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ASCOLI - La crisi economica, prima e il Covid, successivamente ha avuto delle serie ripercussioni sul tessuto produttivo del Piceno e di Ascoli in particolare, soprattutto per quanto riguarda il commercio. Sono tante quelle non verranno più rialzate e non riprenderanno la loro attività. È per questo motivo che l’inaugurazione di nuove esercizi pubblici è accolto con favore e evidenzia la volontà di alcuni di mettersi in discussione ed di investire sul territorio.
L’amministrazione comunale ne è consapevole e negli ultimi mesi ha cercato di non ostacolare e di andare incontro agli imprenditori.
Quello che però destato più di una perplessità e alimentato il dibattito cittadino è stato il nome della nuova sala scommesse che come emerge dalla stessa ordinanza si chiamerà “El Chapo”. A far storcere la bocca ad alcuni è che quel nome richiama alla memoria il soprannome di Joaquín Guzmán, il narcotrafficante di origine messicana che dal 2016 sta scontando l’ergastolo in un penitenziario statunitense. Sebbene anche la prestigiosa rivista Forbes abbia annoverato il “signore della droga” tra i 25 più ricchi del modo, a tanti ascolani quel nome è apparso inadeguato per una sala scommesse cittadina.
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Corriere Adriatico