La Rsa è pronta per i malati Covid ma mancano gli infermieri: 7 docenti e un assessore contagiati

La Rsa di Ripatransone
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ASCOLI - L’alto numero di dimissioni e purtroppo la costante dei decessi (ieri altri tre anziani: una donna di 85 anni di Rotella e un sambenedettese di 87 al Madonna del Soccorso, Roberto Brazzoli ex professore di italiano al liceo scientifico Orsini di 74 anni morto a Pesaro dove era stato trasferito d’urgenza) hanno allentato, seppure provvisoriamente, la pressione sui posti letto per i ricoveri di malati Covid nei due ospedali della provincia.

 

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I posti letto in terapia intensiva sono tutti occupati, mentre un paio se ne sono liberati in terapia sub intensiva e qualcuno anche nei reparti riconvertiti per il Covid a San Benedetto. Ma non bisogna abbassare la guardia specie ora che la curva dei contagi sembra essersi appiattita. Tra i 56 positivi di ieri anche un assessore comunale di Folignano (chiusi oggi gli uffici comunali) e sette docenti a Castorano.
Nonostante le accuse del centrosinistra in particolare la direzione generale dell’Area vasta ha deciso di non riconvertire il Madonna del Soccorso in Covid Hospital come avvenne a marzo con il trasferimento di quasi tutti i reparti al Mazzoni e di procedere per step. Fra questi passaggi facendo ricorso anche alle Rsa come quella di Ripatransone mentre le cliniche private hanno già dato la loro disponibilità ad accogliere malati (ma non Covid). Venti posti letto alla Rsa di Ripatransone che per un errore di comunicazione erano già stati conteggiati dal Gores delle Marche ma che in realtà devono ancora essere occupati come spiega Cesare Milani, direttore generale dell’Area vasta 5: «Abbiamo trasferito gli ospiti in altre strutture, abbiamo sanificato i locali e contiamo di avere i primi ricoverati per Covid in questa settimana nella Rsa. Abbiamo addestrato gli Oss ma ci mancano, anche a causa di alcune assenze per malattie, sei infermieri che stiamo cercando di reperire con urgenza».
La scelta di non riconvertire il Covid Hospital non piace al Pd come ribadisce la consigliera regionale Anna Casini e a Italia Viva. 


«L’attuale amministrazione regionale, ha disatteso il piano pandemico che prevedeva un’organizzazione centrata sulla trasformazione del Madonna del Soccorso in ospedale totalmente dedicato all’emergenza Covid». È quanto afferma l’ex consigliere regionale e leader di Italia Viva, Fabio Urbinati, il quale auspica che al Madonna del Soccorso vengano istituiti i reparti di Malattie infettive e Pneumologia. «La scelta adottata stavolta- afferma Urbinati - tesa a mantenere tutti i servizi nell’ospedale rivierasco, fortemente voluta dal sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti, pur se apprezzabile non sembra funzionare. Addirittura, oltre allo spostamento nelle cliniche private di tutti i malati ricoverati nei reparti di Geriatria e Medicina Generale e la trasformazione della Murg (medicina d’urgenza) in reparto Covid, oltre al blocco degli interventi chirurgici sia programmati che urgenti, ci sono grosse criticità per i cittadini nell’accesso al Pronto soccorso. Ad oggi al Madonna del Soccorso abbiamo più di 60 ricoveri Covid che non abbiamo avuto neppure nella prima ondata». A questo punto l’esponente di Italia Viva ricorda che vista l’intenzione dell’Asur Marche di dotare l’Area vasta 5 del reparto di Malattie infettive, ritiene che San Benedetto sia la sede più adeguata, sia per vocazione che per esigenza territoriale. «Ha ragione – termina Urbinati - chi dice che questa scelta potrebbe essere accompagnata alla dotazione di un reparto di Pneumologia che si integrerebbe con la nostra rianimazione dove la vecchia amministrazione ha già da tempo raddoppiato i posti letto, portandoli da sei a dodici. Noi continueremo a porgere la mano. Ma non si dica che al Madonna del Soccorso sono stati mantenuti tutti i servizi» Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico