Ascoli, impianto di trattamento dei rifiuti, l'Anac accende i riflettori su Relluce. Ecco perché

La discarica di Relluce
ASCOLI - L’Autorità Anticorruzione (Anac) ha richiamato l’amministrazione comunale per l’affidamento del servizio di gestione operativa...

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ASCOLI - L’Autorità Anticorruzione (Anac) ha richiamato l’amministrazione comunale per l’affidamento del servizio di gestione operativa dell’impianto di trattamento dei rifiuti del polo di Relluce alla Picenambiente spa «non in linea con la normativa di settore». Ora Palazzo Arengo ha tempo 45 giorni per comunicare come intende far fronte alla presunta illegittimità «al fine di ripristinare la gestione secondo i canoni previsti dalla normativa vigente».



A seguito di esposti su presunte irregolarità a favore della Picenambiente (che gestisce l’impianto di trattamento meccanico biologico del Comune di Ascoli), l’Autorità ha avviato un procedimento di vigilanza che ha evidenziato presunte varie irregolarità. «Innanzitutto – scrive Anac - la società mista Ascoli Servizi Comunali srl non era legittimata ad affidare in via diretta la gestione dell’impianto alla Picenambiente mediante la stipula di un protocollo d’intesa». In base alla normativa vigente, infatti, «l’affidamento del servizio di gestione dell’impianto a una società mista presistente è in contrasto con i principi di libera concorrenza e di parità di trattamento tra gli operatori economici».

L'atto formale
 

L’affidamento provvisorio di tre anni alla Picenambiente sempre secondo l’Anac sarebbe avvenuto in assenza di un formale atto di affidamento. «Pertanto la società per azioni ha gestito (e presumibilmente continua a gestire) l’impianto di trattamento meccanico biologico senza averne titolo».

Il risultato



«Risulta del tutto evidente – prosegue l’Autorità anticorruzione – che l’affidamento in via diretta del servizio di gestione operativa alla Picenambiente, non in linea con la normativa di settore, è imputabile a una carente programmazione delle attività da parte dell’Ascoli Servizi Comunali e a una carente attività di indirizzo, di controllo e di vigilanza da parte delle preposte strutture del Comune di Ascoli Piceno». Secondo l’Anac Ascoli Servizi Comunali avrebbe, infatti, dovuto attivarsi per tempo - in prossimità della scadenza del rapporto contrattuale (30 giugno 2016) in essere con la Ecoimpianti , già in regime di proroga dal 16 novembre 2014 al 30 giugno 2016 – e garantire l’affidamento della gestione operativa dell’impianto secondo i canoni previsti dalla normativa di settore vigente. 



«Alla luce di ciò - conclude l’Anac- non appare legittimo anche un eventuale ed ulteriore futuro affidamento diretto del servizio di gestione operativa dell’impiantodi Relluce all’Ascoli Servizi Comunali e alla Picenambiente da parte dell’Ata, una volta che l’Autorità d’Ambito diventerà proprietaria dell’impianto di trattamento meccanico biologico e nelle more dell’approvazione definitiva del Piano d’Ambito». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico