ASCOLI - Non ha risposto alle risposte del giudice e si è avvalso della facoltà di non rispondere il sessantunenne di origine campane arrestato la scorsa settimana...
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Al termine dell’udienza, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto e confermato la detenzione domiciliare per il sessantunne. A suo carico, ci sarebbero dei seri indizi di colpevolezza che sarebbero emersi al termine di una meticolosa indagine portata avanti congiuntamente dai carabinieri e dagli agenti della squadra mobile di Ascoli.
Sono stati proprio questi ultimi ad indirizzare i sospetti degli investigatori sul sessantunenne dopo aver raccolto la testimonianza del dipendente del negozio che aveva riferito una frase detta durante il colpo dal rapinatore. Una frase analoga a quella detta in occasione di una rapina che era stata messa a segno precedentemente. Gli indizi raccolti sono poi stati condivisi con gli altri investigatori arrivando ad individuare il presunto esecutore del colpo. L’uomo è stato incastrato partendo dalle testimonianze dei due dipendenti del negozio e dalle immagini delle telecamere degli impianti di videosorveglianza.
Era il 20 giugno, poco prima delle 13, quando l’uomo con un cappellino ben calzato in testa e una mascherina chirurgica a coprire il viso, entro nel negozio di Porta Maggiore e si avvicinò al dipendente che era in cassa in quel momento. Facendo intendere di avere una pistola sulla cintura dei pantaloini, il malvivente si fece consegnare il contante che era custodito nelle due casse: arraffò circa novecento euro e scappò facendo perdere le proprie tracce. Immediatamente scattarono le indagini e di lì a breve i sospetti si concentrarono sul sessantunenne tanto che venne disposta una perquisizione nell’abitazione dell’uomo dove gli investigatori trovarono degli indumenti e un paio di scarpe compatibili con quelli indossati dal malvivente il giorno della rapina.
Le immagini
Dalla successiva comparazione delle immagini del rapinatore ripreso dalle telecamere di sorveglianza con le foto scattate in questura dagli agenti della squadra mobile dell’uomo con in dosso i propri indumenti rinvenuti durante la perquisizione domiciliare, è emersa la compatibilità rafforzando così la pista investigativa e con essa i sospetti sul sessantunnene. L’uomo è ora ai domiciliari e nei prossimi giorni incontrerà il proprio difensore per mettere a punto la strategia difensiva in vista del processo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico