In possesso di una lametta minaccia guardie carcerarie: detenuto tiene in scacco gli agenti penitenziari per 12 ore

In possesso di una lametta minaccia guardie carcerarie: detenuto tiene in scacco gli agenti penitenziari per 12 ore
ASCOLI  - Un detenuto straniero, da pochi giorni trasferito poco giorni fa dal carcere di Ferrara a quello di Ascoli, ha tenuto in scatto per dodici ore un’intera...

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ASCOLI  - Un detenuto straniero, da pochi giorni trasferito poco giorni fa dal carcere di Ferrara a quello di Ascoli, ha tenuto in scatto per dodici ore un’intera sezione detentiva sotto la minaccia di una lametta e rompendo tavoli e altri oggetti. Solo il coraggio e la prontezza di un agente della polizia penitenziaria in servizio ha consentito di rinchiuderlo di nuovo in una cella.

 

Sono state ore concitate e di paura quelle vissute martedì all’interno del carcere di Marino dove il detenuto ha chiesto, intorno alle 9, di poter uscire dalla propria cella. E da questo momento c’è stata una escalation di episodi che hanno tenuto impegnati i baschi azzurri per diverso tempo. Il detenuto ha iniziato a procurarsi dei tagli e poi a danneggiare un tavolo e ha iniziato a minacciare gli agenti con un manico in ferro di uno spazzolone. In un primo momento, anche la direttrice del carcere ha provato a convincere il detenuto a rientrare nella sua cella ma il tentativo si è mostrato vano. Tanto che a seguito del trambusto provocato, non è stato possibile neppure eseguire le terapie sanitarie agli altri detenuti fino a quando la situazione non è tornata alla normalità.

Sono rimasti solo gli agenti della Penitenziaria a cercare di far calmare il detenuto: in un primo momento cercando di dissuaderlo dai suoi propositi indossando i caschi e impugnando gli scudi ma poi si è cercato di instaurare un dialogo con lui. Un appuntato è riuscito a guadagnare la sua fiducia e ha acconsentito affinchè il detenuto recuperasse un materasso e un cuscino da un’altra cella. Mentre stava compiendo queste operazioni, intorno alle 21, l’agente ha approfittato di un momento in cui il detenuto era all’interno per chiudere alle sue spalle la porta blindata. Il detenuto a questo punto ha iniziato a minicciare l’appuntato che lo aveva rinchiuso e a provocare danni agli arredi della cella. Osapp, Sappe, Sinappe e Uspp chiedono più sicurezza.

 

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Corriere Adriatico