Fallimenti aziendali, il Comune non incassa mezzo milioni di Imu e Tasi e ricorre in tribunale

La Plalam dichiarata fallita
ASCOLI - La caccia dell’Arengo alle somme non pagate dalle aziende, in passato, per le tasse sugli immobili, continua senza sosta. In ballo, infatti, c’è il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ASCOLI - La caccia dell’Arengo alle somme non pagate dalle aziende, in passato, per le tasse sugli immobili, continua senza sosta. In ballo, infatti, c’è il recupero di somme molto importanti che, solo per l’attività avviata di recente, ammontano ad oltre mezzo milione di euro. Una caccia difficile anche perché, nel frattempo, alcune delle aziende in debito nei confronti dell’ente comunale sono fallite. 

 

 
Il caso Plalam
E, quindi, tutto passa attraverso i curatori o, come nel caso che vede protagonista la Plalam, sotto il giudizio di un Tribunale. Nel caso specifico, si tratta di un giudice del palazzo di giustizia di Milano che ha dichiarato prescritto il credito dell’Arengo per Tasi e Imu non pagate dal 2012 al 2015, di ben 320mila euro circa, incluse imposte e sanzioni, nei confronti dell’azienda ora in liquidazione con procedura fallimentare in corso. Ma, sul caso, l’amministrazione comunale non demorde e ora prova a recuperare tale somma attraverso l’opposizione al pronunciamento del Tribunale. Tutto ciò mentre, già nello scorso mese di settembre, erano stati predisposti avvisi di accertamento indirizzati ai curatori di altre procedure fallimentari di aziende con debiti sempre per Tasi e Imu, nei confronti dell’Arengo, per 246mila euro complessivi. Cifre decisamente importanti per il bilancio comunale. 


Braccio di ferro
Di fronte al pronunciamento del Tribunale milanese riguardo il mancato pagamento, da parte della Plalam srl, attualmente in liquidazione per la procedura fallimentare, l’Arengo ha deciso di opporsi per far valere le proprie ragioni e cercare recuperare quei 320mila euro circa (interessi e sanzioni inclusi) mai pagati dall’azienda in passato. Per la precisione, i debiti della Plalam, che ora dovrebbero rientrare nell’ambito del fallimento, sono relativi agli anni dal 2012 al 2015 per quanto riguarda l’Imu e agli anni 2014 e 2015 per l’imposta Tasi. La decisione del giudice delegato milanese si basa sulla «intervenuta prescrizione del diritto trattandosi di tributi comunali e, in via subordinata, per assenza di documentazione relativa al titolo fatto valere». Di contro, però, ora l’amministrazione comunale di Ascoli fa leva sul fatto che «non si possono condividere le ragioni dell’esclusione del credito proposto dal curatore e condiviso dal giudice delegato al fallimento tenuto conto della sospensione del termini feriali» trattandosi di uno dei Comuni colpiti dagli eventi sismici. 


Gli avvisi 
Nel frattempo, l’Arengo, con i propri uffici, sta portando avanti l’operazione di recupero crediti legati sempre a tributi sugli immobili non pagati da altre aziende che ora si trovano coinvolte in procedure fallimentari. In questo caso si tratta di recuperare una somma complessiva pari a 246mila euro, relativa a Imu e Tasi non pagate nel periodo dal 2014 al 2019. Dopo i dovuti riscontri, si è deciso nello scorso mese di settembre di avviare l’azione di recupero delle somme dovute ricorrendo all’emissione degli avvisi di accertamento indirizzati ai curatori delle varie imprese fallite che avevano una precedente posizione debitoria nei confronti dell’ente. Un recupero doveroso alla luce della normativa in materia che prevede il versamento delle imposte dovute entro il termine di tre mesi dalla data del decreto di vendita di immobili o beni della società fallita. Per la precisione, gli avvisi di accertamento in questione riguardano il mancato pagamento complessivo di circa 209mila euro relativi all’Imu nel periodo dal 2014 al 2019 e altri 37mila euro inerenti la Tasi non versata sempre in analogo periodo. 


La transazione 


In precedenza, sempre sul fronte dei debiti fiscali pregressi, era stata definita una conciliazione del contenzioso con la società Terna spa per mancati pagamenti arretrati di Imu e Ici, da parte della società, per una somma concordata di 188mila euro relativa a Ici dal 2005 al 2011 (escluso il 2006) e all’Imu dal 2012 al 2015. La società ha quindi concordato di pagare in quattro rate la somma dovuta all’Arengo, con l’azzeramento del debito previsto entro il prossimo 31 dicembre.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico