Pirateria audovisiva: scoperto il sistema truffaldino organizzato da un imprenditore. Ecco cosa aveva escogitato

Pirateria audovisiva: scoperto il sistema truffaldino organizzato da un imprenditore. Ecco cosa aveva escogitato
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ASCOLI - Indagine meticolosa e attenta quella portata  a termine dalla Guardia di Finanza. Nell’ambito delle attività svolte a contrasto della pirateria audiovisiva digitale, si avvia a conclusione l’indagine solta dai finanzieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, che ha disvelato un sistema truffaldino perpetrato da un imprenditore ascolano tramite il sistema IPTV. 

L’attività è stata condotta dal Gruppo Ascoli Piceno e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, sviluppandosi attraverso l’acquisizione di significative prove testimoniali e nell’analisi forense delle numerose strumentazioni informatiche sottoposte a sequestro, eseguita da finanzieri specializzati “Computer forensics digital analyst”. In particolare, parallelamente all’esercizio di un’attività legale di commercio al dettaglio di computer, software ed attrezzature d’ufficio, il soggetto denunciato era attivo, su un sito internet, come “reseller” di servizi pirata, vendendo illegalmente elementi di decodifica che consentivano l’accesso ad un servizio criptato, che diversamente si poteva ottenere solo acquistando un regolare abbonamento.

Gli utenti finali pagavano il corrispettivo pattuito effettuando ricariche su carte postepay riconducibili all’indagato, elargendo una somma di gran lunga inferiore rispetto al reale canone dovuto al fornitore del servizio televisivo. Si tratta, in sintesi, di un procedimento attraverso il quale alcuni soggetti sono in grado di decriptare il segnale delle pay tv, successivamente i codici di decodifica vengono ceduti a dei “reseller”, che si occupano di rivenderli a clienti compiacenti al fine di poter visionare, in maniera del tutto illegale, i programmi criptati di alcune delle più note piattaforme digitali quali: Sky, Mediaset Premium, Netflix e Dazn.

L’autorità giudiziaria inquirente ha disposto l’esecuzione di una perquisizione personale e locale con la quale le Fiamme Gialle hanno sequestrato il materiale informatico utilizzato dall’indagato, disvelando il “modus operandi” tenuto dallo stesso e circoscrivendo in tal modo gli effetti della condotta illecita ad un numero limitato di clienti individuati tramite mirate indagini bancarie, eseguite anche allo scopo di analizzare le somme percepite ed i flussi finanziari conseguiti. Previa autorizzazione da parte della locale autorità giudiziaria all’utilizzo di informazioni acquisite nell’ambito del procedimento penale, è stata avviata un’attività di verifica fiscale nei confronti della ditta individuale, al fine di individuare e ricondurre a tassazione i proventi illeciti derivanti dalla vendita dei codici piratati. 

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Corriere Adriatico