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ASCOLI - L’autunno tarda ad arrivare e la crisi idrica torna a farsi sentire. Così la Ciip corre ai ripari disponendo la riattivazione dei tre impianti soccorso che consentiranno in questa prima fase di evitare le chiusure notturne. Una decisione scaturita a seguito del monitoraggio della portata delle sorgenti che, in questo periodo dell’anno, continuano a calare riducendo sensibilmente la riduzione della risorsa idrica a disposizione.
Gli impianti
Così da lunedì prossimo, l’impianto di Castel Trosino, che garantisce l’acqua ad Ascoli ai comuni limitrofi di Maltignano e Folignano; quello di Fosso dei Galli che rifornisce una buona parte del comune di San Benedetto e quello di Santa Caterina Fermo verranno riaccesi, dopo un lungo periodo di stop, per immettere nella condotta principale l’acqua necessaria per garantire il fabbisogno quotidiano.
I sindaci rinnovano l’invito ad usare con grande oculatezza l’acqua, rinunciando ad utilizzo diverso da quello del consumo umano. Lo spegnimento degli impianti di soccorso era avvenuto lo scorso mese di aprile dopo che, grazie anche alle nevicate che avevano imbiancato i Sibillini all’inizio della primavera, le sorgenti avevano aumentato la loro portata tanto che non si erano rese necessarie neppure le chiusure notturne dei serbatoi. Le abbondanti piogge cadute poi nel mese di giugno avevano avuto fatto sì che anche durante l’estate non ci fosse alcun disguido causato dalla mancanza di acqua.
Per la prima volta, negli ultimi sette anni, ovvero da quando il terremoto ha modificato sensibilmente la portata delle sorgenti sul Vettore, tra le quali anche quella di Capodacqua e Foce di Montemonaco, la Ciip non è dovuta ricorrere alle chiusure notturne. Nel 2022, si resero necessarie già alla fine di luglio con la chiusura di gran parte dei serbatoi della Vallata e dell’entroterra fermano per evitare che potessero verificarsi disagi durante la stagione turistica soprattutto lungo la Riviera. Lo stesso discorso vale anche per gli impianti di soccorso.
Lo spegnimento
Negli ultimi anni avevano funzionato senza alcuna pausa pur di fronteggiare la crisi che si era acuita ancor di più a partire dal 2019. Il fatto che sia stato possibile spegnerli a partire dallo scorso mese di aprile fino ad oggi, ha consentito anche alle falde acquifere da cui avviene il prelevamento di ricaricarsi. I prossimi mesi si annunciano particolarmente difficili: bisognerà attendere almeno fino alla metà di febbraio prima che le portate delle sorgenti tornino a crescere.
Nel frattempo la situazione verrà monitorata costantemente dagli ingegneri e dagli addetti della Ciip. Per comprendere lo stato della situazione in ambito regionale a settembre nelle Marche le precipitazioni medie mensili rilevate dal Centro Agrometeo Amap erano state di 37,74 mm, decisamente sotto la media 1991-2020 (84,36 mm). Ad ottobre (fino al 18) il dato è molto peggiorato: siamo a 9 mm, rispetto a una valore medio della serie storica di 80,56.
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