OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ASCOLI - Nel centro storico di Ascoli infuria la guerra fra piccioni e baristi. Da quando gli avventori dei locali si siedono fuori dalle attività per consumare a causa del Covid, i volatili sembrano essersi moltiplicati. E a rimetterci sono sia i clienti che i proprietari dei locali. Davanti ad una simile situazione i clienti, indispettiti, spesso minacciano di andarsene. Ma preoccupa anche il fatto che gli uccelli possano essere portatori di malattie, con lo staff di bar e ristoranti impegnato con il disinfettanti dopo il loro passaggio.
Il fenomeno non è nuovo ma è diventato preoccupante negli ultimi tempi in quanto ad aggressività.
«Oggi i piccioni sono molto più aggressivi di qualche anno fa» riferisce Gregorio De Angelis della caffetteria Yoghi in piazza Arringo, dichiarandosi preoccupato anche per via di un fenomeno che non lascia liberi di agire, perché controllato da tantissimi animalisti che tendono a proteggere e tutelare l’animale anche quando è nocivo. «La colpa è di chi offre il cibo agli uccelli, pur sapendo di non doverlo fare perché è vietato: così li abitua» spiega la badante polacca Bogdana Kieslowski, accusando sue colleghe di fare proprio questo. «La soluzione? Ci deve pensare l’amministrazione comunale, dando da mangiare ai piccioni un tipo di grano in grado di sterilizzarli» dichiara senza incertezze Primo Valenti, il titolare di Lorenz Cafè, confermando come la presenza dei piccioni in piazza del Popolo si sia trasformata progressivamente in un assedio. Una consuetudine che non fa bene al turismo e che è diventata anche molto costosa per i commercianti in fatto di danni provocati dai temerari pennuti.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico