ASCOLI - Se anche fossero stati fatti tempestivamente determinati esami diagnostici, che avrebbero evidenziato subito il 'valvolo' che causò il decesso della piccola...
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certezza che la bimba avrebbe comunque avuto elevate possibilità di salvezza.
I periti della Procura di Ascoli hanno concluso così anche la seconda perizia disposta dalla magistratura sul caso della bambina di Sant'Egidio alla Vibrata (Teramo) morta a 16 mesi il 30 giugno del 2012 nell'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno.
L'inchiesta era stata archiviata nel 2013 dopo che i periti del pm non avevano ravvisato nesso causale fra la condotta dei medici e la morte della piccina. Il gip Giuliana Filippello, su richiesta del pm Cinzia Piccioni, l'ha riaperta nel 2014 a seguito dell'opposizione della famiglia Marcozzi che ha depositato una perizia in base alla quale «in caso di diagnosi tempestiva di volvolo intestinale si sarebbe potuto e dovuto intervenire chirurgicamente con successo».
In considerazione di quanto emerso, il pm Piccioni ha chiesto ulteriori chiarimenti ai propri consulenti. Il pronunciamenti dei Ctu è stato lo stesso. Il magistrato tirerà ora le somme, anche tenendo conto della consulenza depositata dai familiari della piccola. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico