Ascoli, duecento aziende con il fiato in sospeso per una Pec di Invitalia in ritardo. Il caso finisce in Parlamento

La zona industriale di Campolungo
ASCOLI - Con il passare delle ore si sta gonfiando il caso del finanziamento di 22 milioni di euro che le aziende picene devono investire entro la fine dell’anno ma che non...

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ASCOLI - Con il passare delle ore si sta gonfiando il caso del finanziamento di 22 milioni di euro che le aziende picene devono investire entro la fine dell’anno ma che non possono farlo perchè le Pec di conferma di Invitalia o non sono arrivate o stanno arrivando ma con mesi di ritardo. Il fondo contro la deindustrializzazione è una preziosa risorsa che supporta gli investimenti delle imprese manifatturiere, già localizzate o che intendono insediarsi, nei Comuni di competenza del Piceno Consind 


Le agevolazioni 


I contributi a fondo perduto possono arrivare fino al 100% delle spese ammissibili e devono essere sostenute dal 30 novembre 2021 al 31 dicembre 2023. Saranno agevolabili l’acquisto di macchinari, impianti, arredi, attrezzature e altri beni, anche immateriali, e la realizzazione di opere murarie e impiantistiche strumentali. Finora sono una quarantina le aziende ascolane già inserite nella graduatoria con il fiato in sospeso a causa della burocrazia ma ora si scopre che in realtà il numero è nettamente superiore, fino a quasi duecento aziende che vengono inserite, mano a mano, nell’elenco di Invitalia. Purtroppo, anche volendo, il tempo a disposizione per effettuare ordinativi e concludere l’investimento entro dicembre è risicato e la perdita del finanziamento è dietro l’angolo. Ci sarebbe bisogno di una proroga come sostiene anche il presidente del Piceno Consind, Domenico Procaccini. Nel frattempo il caso finisce a Montecitorio con un’interrogazione dell’onorevole Augusto Curti del Partito democratico. «È allarmante la notizia secondo cui le imprese picene rischiano di perdere i fondi per un ritardo procedurale imputabile a Governo e Invitalia» afferma il deputato. 


L’interrogazione


«Ricordo innanzitutto - prosegue Curti - che queste sono risorse stanziate, a suo tempo, dal Governo di centrosinistra per arginare la deindustrializzazione. Domani mattina (oggi ndr) depositerò un’interrogazione urgente al ministro competente, per avere spiegazioni in merito a questo inaccettabile ritardo e per richiedere una proroga sui tempi di conclusione dei progetti. Ritengo infatti doveroso che le imprese, del tutto incolpevoli, non debbano subire le conseguenze negative dell’inadempienza di un governo che, quando si tratta delle Marche, sembra perennemente distratto». Proprio per favore questa opportunità, a gennaio scorso, l’Agenzia per la coesione territoriale ha aperto uno sportello per l’assegnazione dei fondi stanziati dalla legge di bilancio 2021 e finalizzati a contrastare i fenomeni di deindustrializzazione e impoverimento del tessuto produttivo nei perimetri del Consorzio industriale del Lazio e del Consorzio per il nucleo di industrializzazione di Ascoli.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico