ASCOLI - Snellire le attività del Pronto Soccorso pur garantendo l'indispensabile servizio di 118. Il riassetto dell’emergenza, indicato nel percorso normativo iniziato con...
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Un problema che riguarda principalmente i codici verde, che sono quei casi "che più scatenano le lamentele sulla stampa" prosegue Del Moro. A questi casi meno gravi, che comunque rappresentano il 70% dell’utenza del Pronto Soccorso, verrà destinata una sala specifica e qui diventa importante avere a disposizione un maggior numero di professionalità comunque abituate a fronteggiare le emergenze. Sostanzialmente i 22 medici del 118 verranno impiegati in questo periodo di sperimentazione anche nella gestione dei codici verdi e bianchi del Pronto Soccorso in modo da snellire l'attività dello stesso e permettere al personale assegnato a questo servizio di occuparsi dei casi più gravi. La collaborazione non inficerà l'intervento del personale del 118 su strada, ma proprio la sperimentazione garantirà lo svilupparsi anche di un dibattito in seno alla validità del progetto.
"Non è il 118 che va a soccorrere il Pronto Soccorso, ma solo una possibilità prevista dalla normativa di migliorare i servizi offerti ai cittadini - aggiunge il dotto Flavio Postacchini, direttore della Centrale Operativa del 118. - Non si agirà più per comparti a tenuta stagna, l'integrazione verrà fatta per turni ed in base alla tipologia di pazienti che potrà essere trattata dal 118". Insomma per tutti è l'avvio di un cambiamento dell'approccio culturale reso necessario da una costante diminuzione delle risorse: "Le risorse ci sono - aggiunge Del Moro - ma mentre prima ogni anno si vedeva un aumento dei fondi a disposizione ora i tempi sono cambiati e bisogna fare i conti ogni anno con una riduzione". L'osmosi tra personale 118 e Pronto Soccorso si suggellerà secondo Massimo Loria, primario del Pronto Soccorso di Ascoli "con l'uguaglianza del processo formativo per il personale delle due realtà fino a fondersi in un'unica specifica professionale: il medico dell'emergergenza". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico