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ASCOLI - Non solo le cessioni dei crediti rischiano di stoppare i futuri cantieri per il superbonus al 110%. Ci sono criticità formali e di conformità che mettono a rischio numerose tra le 820 pratiche presentate dai cittadini per beneficiare dei bonus per l’efficientamento energetico.
La circolare
È quanto rilevato e comunicato dallo Sportello unico per l’edilizia dell’Arengo agli ordini professionali alla luce delle comunicazioni (denominate Cilas) arrivate entro il 31 dicembre. E, sempre nella circolare comunale, si evidenzia oltre alla carenza di documentazione e alla non conformità di alcuni degli interventi da sbloccare (specie nelle ultime richieste), l’avvio delle verifiche che porteranno, entro 90 giorni, alla valutazione degli interventi da sbloccare e di quelli da archiviare per mancanza di conformità. Una corsa al superbonus sempre più ad ostacoli.
Le pratiche a rischio
Prima dell’arrivo dello stop governativo alle cessioni di crediti per il superbonus, l’Arengo aveva registrato, in tutto il 2022, ben 820 Cilas (le comunicazioni per avviare interventi per l’efficientamento energetico di edifici).
Sempre nella comunicazione inviata dall’Arengo agli ordini professionali e all’Ance si preannuncia la fase di verifica di tutte le pratiche, aggiungendo che «le anomalie riscontrate saranno oggetto di un percorso eccezionale di integrazione istruttoria per garantire ai procedimenti attivati la giusta adeguatezza formale e, laddove possibile, sostanziale degli interventi proposti anche sotto il profilo della conformità urbanistica ed edilizia degli stessi; verifiche che verranno condotte, tenuto conto della eccezionalità del carico istruttorio, entro un termine di almeno 90 giorni dalla presentazione delle Cilas, al termine del quale le stesse verranno archiviate o valutate, per le ipotesi di interventi non conformi alla strumentazione urbanistica vigente». Molte pratiche potrebbero trovare uno stop definitivo al di là della cessione dei crediti.
L'Ance
Il presidente provinciale dell’Ance (associazione costruttori di Confindustria), Massimo Ubaldi è preoccupato per la ricostruzione. «Al di là del problema nazionale - spiega – nelle aree del terremoto era stato individuato lo strumento del superbonus per evitare gli accolli dei proprietari di immobili danneggiati dal sisma, visto che tali accolli non ci sono mai stati per altri terremoti. E con il bonus al 110% si era trovata una soluzione, seppure con diverse complicazioni. Ma ci si attendeva che almeno il sottosegretario al Mef con delega alla ricostruzione intervenisse per far escludere preventivamente le aree del sisma dallo stop alle cessioni di crediti. Ora, pur dando per scontato che si interverrà in tal senso, nel frattempo si perderà ancora tempo per la presentazione dei progetti».
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Corriere Adriatico