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«Nel 2015 - spiega la Cingolani che ha assunto la direzione della struttura statale a febbraio 2020, proprio alla vigilia dell’esplosione del covid 19 - si registravano circa 10mila presenze, scese a 7mila nel 2018 e a 5mila l’anno scorso. Paghiamo sicuramente il calo dei turisti stranieri in visita in Italia e la riduzione dell’attività didattica svolta fuori dalle aule visto che da aprile a giugno erano tante le scolaresche che visitavano il museo e facevano crescere i numeri. C’è poi da recuperare chi non viene proprio al museo. Si tratta del cosiddetto “non pubblico”, principalmente costituito dai giovani tra i 15 e i 22 anni che frequentano altri ambienti. Nei loro confronti risulta scarsamente efficace anche la promozione attraverso i social. Stiamo puntando sul progetto di alternanza scuola-lavoro e con eventi trasversali come concerti o convegni che tocchino altri ambiti d’interesse». Altro aspetto cui tiene molto la direttrice Cingolani è l’accoglienza: «Lavoriamo molto - spiega - sull’accessibilità: abbiamo rinnovato il sito internet e creato un’app in collaborazione con l’Officina dei sensi dell’Unione ciechi.
Le tre sezioni
Il museo archeologico si costituisce di tre sezioni: preistorica, picena e romana. La prima si è recentemente arricchita di 18 pugnali dell’Età del bronzo, sui 25 rinvenuti nell’Ottocento a Ripatransone, durante uno scavo. «Il lavoro preliminare per rendere fruibile questa nuova sezione è stato già realizzato – rivela la Congolani – aspettiamo che arrivino i fondi per completare l’allestimento che dovrebbe concludersi il prossimo anno. I pugnali sono già stati oggetto di una mostra temporanea tra settembre e dicembre. Sarà una sezione che rappresenterà bene il territorio ascolano e quello contermine. Non sarà numericamente troppo consistente perché adesso si punta soprattutto sulla qualità dell’esposizione; del resto l’attenzione del visitatore è limitata nel tempo. Il museo contiene anche altri tesori. Il mosaico con il doppio volto, che costituisce anche il logo, con tessere bianche e nere e il medaglione centrale policromo. Un manufatto di assoluto valore per lo stato di conservazione e la fattura. Poi c’è la collezione della sezione picena, tra le più ricche e rappresentative, seconda solo al museo nazionale di Ancona, in cui spiccano soprattutto i corredi funebri. Infine, il museo archeologico vanta un laboratorio di restauro che si occupa non solo della manutenzione dei reperti, ma effettua anche un’opera di prevenzione e di monitoraggio, anche attraverso la verifica costante del microclima di ciascuna sala espositiva affinché venga garantito il giusto grado di umidità e di calore in maniera tale che i reperti stessi non subiscano deterioramenti».
Le iniziative nel 2023
Numerose ed interessanti si preannunciano le iniziative per questo 2023. Ogni prima domenica del mese continuano gli ingressi gratuiti con visite guidate al mattino e al pomeriggio. È anche attivo un servizio educativo per cui ogni seconda domenica del mese c’è il progetto Piccoli passi al museo, dedicato ai bambini e alle famiglie. D’estate si svolgono altre attività legate alla valorizzazione della galleria. Il calendario degli eventi è ancora in fase di ultimazione, ma la direttrice Cingolani anticipa un importantissimo appuntamento. «A maggio è previsto il convegno di caratura internazionale sul popolo dei Piceni organizzato dal Ministero e dalla Società archeologica dei medievisti italiani, insieme ad Arengo e Istituto studi medievali Cecco d’Ascoli. Il museo archeologico sarà parte dell’evento». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico