Le morti sospette nella Rsa di Offida e le richieste delle parti civili: «Risarcimenti per 8 milioni»

Le morti sospette nella Rsa di Offida e le richieste delle parti civili: «Risarcimenti per 8 milioni»
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ASCOLI  - «Quelle perizie sono inutilizzabili ai fini del processo». Il professor Gianfranco Iadecola, avvocato difensore dell’Asur Marche citata in giudizio come responsabile civile nel processo per le morti sospette nella Rsa di Offida e che vede imputato l’infermiere Leopoldo Wick, ha evidenziato tutte le lacune e le criticità che a suo parere sarebbero state commesse nel corso dell’attività di indagine assestando così un duro colpo alle tesi dell’accusa.

 

Nel corso delle arringhe davanti al corte d’assise di Macerata, il docente di diritto penale nonchè già procuratore in corte d’appello a L’Aquila e sostituto in Cassazione ha ripercorso, passo dopo passo, perizia dopo perizia, tutta l’attività investigativa sostenendo che la parte che concerne le perizie in larga parte sarebbe stata eseguita senza la necessaria delega da parte della Procura di Ascoli ai propri consulenti. 


Sicuramente - ha sostenuto il professor Iadecola in aula - non vanno presi in considerazione tutti gli approfondimenti eseguiti e l’attività peritale svolta fino all’incidente probatorio, soprattutto perchè sarebbe stata eseguita senza che venissero informati i difensori dell’indagato e quelli del responsabile civile e quindi dell’Asur. In punta di diritto, il legale dell’Asur ha ripercorso, davanti alla corte d’assise chiamata a pronunciarsi nel processo che vede imputato Leopoldo Wick di aver ucciso otto ospiti della casa di riposo di Offida e del tentato omicidio di altri quattro anziani, le varie fasi dell’inchiesta rilevando le irregolarità e le irritualità che sarebbero state compiute dalla Procura nel corso dell’inchiesta. Tra queste, anche quella che emergerebbe dall’affidamento dell’incarico ai tre medici legali in cui si chiede di agire nella massima riservatezza.

Per il difensore dell’Asur sarebbe invece stato leso il diritto di difesa e, pertanto, gli elementi acquisiti in quella circostanza non possono e non devono essere presi in considerazione. Prima del professor Iadecola, era stata la volta dei difensori delle trentadue parti civili che si sono costituite in giudizio, ovvero i familiari degli anziani che, secondo quanto sostenuto dal Pm, nel caso di otto ospiti della casa di riposo, sarebbero deceduti a causa della somministrazione massiccia di farmaci.

Tutte si sono dette concordi con le tesi della pubblica accusa e hanno chiesto risarcimenti per i propri assistiti che variano tra gli ottanta e i cinquecentomila euro per un monte complessivo di risarcimenti che supererebbe di gran lunga gli otto milioni. Il processo è stato quindi aggiornato a mercoledì prossimo quando è prevista l’arringa dei difensori di Leopoldo Wick, gli avvocati Francesco Voltattorni e Tommaso Pietropaolo convinti di riuscire a smontare il castello accusatorio costruito dalla Procura e dimostrare l’innocenza del proprio assistito. Il Pm Monti ha chiesto l’ergastolo per Wick.

 

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Corriere Adriatico