Metalcoat, i tifosi del Picchio sognano che la trattativa vada in porto: «Ascoli sul modello Atalanta»

I tifosi dell’Ascoli e quelli della Reggiana ieri allo stadio Del Duca
ASCOLI L'entrata in scena di Metalcoat e del suo presidente Matteo Trombetta Cappellani spariglia le carte dei tifosi bianconeri. Le voci del popolo ascolano sono...

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ASCOLI L'entrata in scena di Metalcoat e del suo presidente Matteo Trombetta Cappellani spariglia le carte dei tifosi bianconeri. Le voci del popolo ascolano sono contrastanti, gli umori si alternano, come ovvio, a tanti interrogativi. E nelle ultime ore sui social il fermento è grande. L’accostamento della Metalcoat, con sede a Bergamo, all'Atalanta stuzzica più di uno. «L'Ascoli Calcio sarebbe in mani sicure, potrebbe diventare una squadra satellite dell'Atalanta. Sono imprenditori nati, specialmente quelli della Bergamasca, hanno il lavoro e l'ambizione di salire sempre più in alto», scrive Gianni Agostinelli. 

L’opportunità

«C'è da prendere al volo questa ipotesi, se fosse veramente concreta: l'Ascoli modello Atalanta», replica Giuliano Conti. Il discorso si sposta soprattutto sul versante finanziario. «L'Ascoli sarà un veicolo promozionale. E soprattutto è un azienda che non ti dà certezza di un ritorno economico – sottolinea Stefano Antonelli -. Ha bisogno di investimenti a medio lungo termine per raggiungere risultati. Infine, ricordiamoci che poi sono fondamentali le competenze tecniche. Quelle manageriali non mancheranno sicuramente, ma quelle tecniche sono imprescindibili». Alcuni tifosi si addentrano in questioni prettamente economiche, come il fatturato del gruppo bergamasco e delle aziende di Pulcinelli. «Fatturato grande utile basso. Fatturato basso utile alto. Non sempre ciò che è grande produce tanto. Ma ciò che porterebbe la nuova azienda è il modus operandi nella gestione di una società sportiva che finora, con l'attuale, ha latitato parecchio con i risultati a noi noti», sostiene Armando Palermi. «Il fatturato dice poco. Sono due attività completamente diverse. Uno commercia ed è normale abbia fatturati altissimi, poi bisogna vedere quanto magazzino di merce acquistata ha. Quanto di valore, intendo, per vederne il risultato di gestione. L’altro è industriale in senso stretto e, se sa trasformare bene i le materie che utilizza, in rapporto ha utili molto più elevati», replica Maurizio Castelli. «Deve esserci per forza qualche tipo di accordo con altri finanziatori che per il momento non si palesano», sottolinea Andrea Imperatori.

Le motivazioni

«È più probabile un'operazione che coinvolga più soggetti, ma non credo che sia questo il momento per saperlo. In questo caso è più importante guardare alle motivazioni e alla serietà del progetto», dichiara Sergio Fioravanti. «È una multinazionale importante, è normale che poi ci siano altri investitori», aggiunge Simona Di Marcantonio. «Non si sa ancora se la trattativa si chiuderà e già sui social si fanno i commercialisti e c'è chi giudica negativamente. Chi viene qui non andrà mai bene. Purtroppo Rozzi non esiste più e il mondo calcio è cambiato. Credo che il tifoso ascolano ancora non l'abbia capito», sentenzia Adamo Rubicini. A molti non manca l'ironia. «Uno sceicco potrebbe andare bene?», chiede Giulio Rogantini. E Marco Travaglini risponde: «Fatturato di 65 milioni con prospetto di crescita fino a 85. Troppo pochi per la Champions?».

 

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Corriere Adriatico