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ASCOLI L'entrata in scena di Metalcoat e del suo presidente Matteo Trombetta Cappellani spariglia le carte dei tifosi bianconeri. Le voci del popolo ascolano sono contrastanti, gli umori si alternano, come ovvio, a tanti interrogativi. E nelle ultime ore sui social il fermento è grande. L’accostamento della Metalcoat, con sede a Bergamo, all'Atalanta stuzzica più di uno. «L'Ascoli Calcio sarebbe in mani sicure, potrebbe diventare una squadra satellite dell'Atalanta. Sono imprenditori nati, specialmente quelli della Bergamasca, hanno il lavoro e l'ambizione di salire sempre più in alto», scrive Gianni Agostinelli.
L’opportunità
«C'è da prendere al volo questa ipotesi, se fosse veramente concreta: l'Ascoli modello Atalanta», replica Giuliano Conti.
Le motivazioni
«È più probabile un'operazione che coinvolga più soggetti, ma non credo che sia questo il momento per saperlo. In questo caso è più importante guardare alle motivazioni e alla serietà del progetto», dichiara Sergio Fioravanti. «È una multinazionale importante, è normale che poi ci siano altri investitori», aggiunge Simona Di Marcantonio. «Non si sa ancora se la trattativa si chiuderà e già sui social si fanno i commercialisti e c'è chi giudica negativamente. Chi viene qui non andrà mai bene. Purtroppo Rozzi non esiste più e il mondo calcio è cambiato. Credo che il tifoso ascolano ancora non l'abbia capito», sentenzia Adamo Rubicini. A molti non manca l'ironia. «Uno sceicco potrebbe andare bene?», chiede Giulio Rogantini. E Marco Travaglini risponde: «Fatturato di 65 milioni con prospetto di crescita fino a 85. Troppo pochi per la Champions?».
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Corriere Adriatico