Ascoli, due medici dell'ospedale Mazzoni a giudizio ​per la morte di una bimba

Ascoli, due medici dell'ospedale Mazzoni a giudizio ​per la morte di una bimba
ASCOLI - Sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo due dei tre medici dell'ospedale Mazzoni indagati per la morte della piccola Francesca Sophia Marcozzi deceduta il...

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ASCOLI - Sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo due dei tre medici dell'ospedale Mazzoni indagati per la morte della piccola Francesca Sophia Marcozzi deceduta il 30 giugno 2012 a soli 16 mesi.






A causare il decesso fu un volvolo intestinale che non le diede scampo e che secondo i genitori della piccola non sarebbe stato diagnostico in tempi celeri. La prima udienza del processo si terrà il 21 marzo 2016.



"Siamo qui non per un giudizio personale, ma per una battaglia civica, perchè vogliamo che la sanità funzioni con coscienza, ma anche con umanità, soprattutto in reparti di pediatria dove vengono curati bambini".



Così Natalia Ciarrocchi, madre della piccola Sophia, ha commentato il rinvio a giudizio di due pediatri dell'ospedale 'Mazzonì di Ascoli Piceno, Luigino Luciani e Anna Maria Bianchi, accusati di omicidio colposo per la morte della bimba, che aveva solo 16 mesi.



"Seguirò tutte le udienze e aspetto di incrociarli e guardarli negli occhi" ha aggiunto la donna, che oggi in tribunale era accompagnata da amici e parenti che indossavano una t-shirt con una foto della bambina e la scritta "come Sophia mai più".



L'inchiesta era partita con sei medici indagati, per i quali in un primo momento la procura di Ascoli aveva chiesto l'archiviazione, salvo poi riaprire l'indagine a carico dei tre sanitari comparsi stamani davanti al Gup Rita De Angelis.



"Sapevamo fin dall'inizio che quattro di loro non hanno avuto responsabilità per quanto accaduto a mia figlia, e riteniamo giusto che la dottoressa Laura De Petris, giunta in ospedale quando ormai la situazione era precipitata, sia stata prosciolta. I due medici rinviati a giudizio dovranno invece spiegare perchè quella mattina sono riuscita a parlare con loro solo due volte, e per di più a distanza di diverse ore. Ho chiesto ripetutamente di parlare col dottor Luciani, ma gli infermieri mi rispondevano 'non può venire'. Ora dovranno spiegare perchè" aggiunge Natalia Ciarrocchi.



"Siamo soddisfatti della decisione del giudice: era evidente che questa vicenda meritava di essere approfondita in un dibattimento, anche alla luce delle conclusioni difformi delle varie perizie" ha osservato il legale della famiglia della piccola Sophia, l'avvocato Stefano Maccioni. Nessun commento dai difensori dei sanitari.
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Corriere Adriatico