Ascoli, dieci persone intossicate dopo il banchetto ​in un ristorante

Il pronto soccorso dell'ospedale Mazzoni
ASCOLI - Un momento spensierato da vivere a tavola con amici e parenti si è purtroppo trasformato in un incubo che probabilmente avrà uno strascico nelle aule del...

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ASCOLI - Un momento spensierato da vivere a tavola con amici e parenti si è purtroppo trasformato in un incubo che probabilmente avrà uno strascico nelle aule del palazzo di giustizia. Una comitiva composta da una trentina di persone si è data appuntamento in un locale del centro storico per festeggiare a pranzo un lieto evento. Come si conviene in questi casi è stato concordato il menù e pattuito il prezzo ma qualcosa è andato di traverso. A distanza di qualche ora dal pranzo alcuni commensali hanno iniziato ad avvertire alcuni malesseri. In maniera differente hanno iniziato ad accusare crampi addominali, diarrea, febbre e brividi, mal di testa, nausea e vomito; debolezza. All’inizio non hanno associato quei malori al pranzo ma dopo un giro di telefonate la causa è venuta a galla: si trattava probabilmente di cibi contaminati. Salvo sporadici casi in pochi sono ricorsi al pronto soccorso ma molti invece hanno interessato i medici di base i quali hanno certificato l’intossicazione alimentare suggerendo la terapia. È il caso di dire però che quel pranzo non è stato metabolizzato da alcuni commensali che ieri mattina si sono recati nella caserma dei carabinieri per segnalare quanto era accaduto fornendo gli elementi utili per avviare una indagine tesa a scoprire le eventualità responsabilità dell’intossicazione alimentare. 

Fino a ieri sera l’ufficio preposto dell’azienda sanitaria regionale non aveva ricevuto alcuna informativa ma non è escluso che a seguito delle segnalazioni pervenute ai carabinieri, non possa essere avviata nelle prossime ore un’indagine epidemiologica tesa a stabilire da che parte stia la verità. Anche nell’interesse del ristoratore oggetto di pesanti critiche da parte dei commensali vittime dell’intossicazione alimentare. Finora sarebbero una decina i casi segnalati ma il numero potrebbe crescere.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico