Parte da Ascoli la sfida green dei materiali compositi. Illustrato il lavoro dei dottorandi

La presentazione dei risultati del progetto dei dottorandi sui materiali compositi
ASCOLI - Prosegue con successo il percorso dei dottorandi impegnati nel settore dei materiali compositi nell’ambito del progetto ideato dalle Università di Camerino e...

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ASCOLI - Prosegue con successo il percorso dei dottorandi impegnati nel settore dei materiali compositi nell’ambito del progetto ideato dalle Università di Camerino e Politecnica delle Marche insieme alla Hp Composites. Secondo il Rettore dell’UniCam, Claudio Pettinari «Abbiamo bisogno di un percorso che possa trovare nuove risorse e materiali e recuperare quello che è possibile. L’invito è a far si che questa collaborazione tra giovani possa continuare anche dopo» mentre il Rettore della Politecnica Gian Luca Gregori aggiunge «i dottorati di ricerca sono fondamentali e bisogna investirci anche in ottica fondi Pnrr». 

 

Abramo Levato, general manager di Hp sottolinea che «la sensibilità dei due Atenei e del contesto istituzionale locale, ha permesso di creare queste borse di studio verso qualcosa che adesso si è spostata nel sud della regione. La riciclabilità di questi materiali è fondamentale: stiamo studiando la fibra di canapa e di bambù, con quest’ultima che riduce drasticamente l’emissione di Co2». 



Il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti sottolinea che «il mondo dei compositi è sempre in espansione e può avere grande impatto sulla nostra città. Bisogna fare squadra per creare un polo scientifico». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla cultura della Regione, Giorgia Latini che evidenzia «l’importanza di creare sinergia». «L’argomento su cui ha insistito la mia ricerca sono i materiali compositi, con simulazioni su processi di stampaggio e sulla caratterizzazione del comportamento meccanico - spiega la dottoranda del Politecnico Serena Gentili-Poi abbiamo studiato la realizzazione di uno stampo per subire cicli in autoclave e infine lo studio sulla linea di impregnazione per prevedere la grammatura finale per una rete neurale. Nel futuro spero di poter collaborare con la Hp oppure continuare all’Università con assegni di ricerca. Penso che questo sia un mercato di grande prospettiva». «Mi occupo della parte che riguarda la sostenibilità dei materiali compositi - aggiunge Iacopo Bianchi del Dipartimento di Ingegneria industriale e scienze matematiche della Politecnica - Ho svolto il mio lavoro all’interno del progetto “Circe” sul recupero degli scarti dei materiali compositi: il progetto è recuperarli per creare nuovi progetti di produzione. Ho svolto delle analisi che hanno dimostrato una grande riduzione dell’impatto ambientale, con 40 chili di Co2 risparmiata per ogni chilogrammo recuperato. Per questi due anni mi occuperò di ricerca e sviluppo all’interno dell’Università e mi piacerebbe continuare con questi argomenti anche dopo il dottorato». Niccolò Colafemmina, dottorando della scuola “Isas” di UniCam, spiega che il suo progetto «tenta di ricostruire il processo di sviluppo e di diffusione dei materiali compositi attraverso la cultura del design. L’aspetto sostenibile è fondamentale per capire la riduzione dell’inquinamento e grazie al recupero dei materiali biocompositi, si tenta di creare una filiera circolare attorno a questi materiali. La mia ricerca tenta di ricostruire queste filiere per favorire il rapporto interdisciplinare che c’è all’interno dei materiali compositi. L’ambiente universitario permette una ricerca avanzata sui temi per poterli applicare nella vita di tutti i giorni». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico