ASCOLI - Rischi elevati ed alta vulnerabilità per popolazione, edifici e strutture nell'area del Tronto tra il quartiere di San Filippo e Giacomo e la circonvallazione...
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Le superfici territoriali prese in considerazioni sono situate a sinistra e destra del fiume Tronto, con dissesti in essi in atto che coinvolgono oltre all'asta fluviale anche il tessuto urbano della città e le sue infrastrutture. In particolare sono interessate la circonvallazione nord (tratto in prossimità dell'innesto di via delle Zeppelle), il ponte dei SS. Filippo e Giacomo e la successiva via Tevere fino al fosso Pecoraro; nelle zone intermedie sono posizionate e quindi implicate le zone residenziali del "Condominio le Terrazze" e gli edifici di civile abitazione lato monte e lato valle di Via Tevere, inoltre anche l'agglomerato di Croce di Tolignano. Sono inoltre interessati, sull'altro lato, gli edifici residenziali del quartiere dei SS Filippo e Giacomo (ad iniziare da Via Puglia, "Palazzo della Sanità" per proseguire verso via SS. Filippo e Giacomo, quindi Via Caltanisetta fino a Via Pantelleria), il ponte omonimo, la linea ferroviaria Ascoli - S. Benedetto e l'adiacente via Piceno aprutina. È quindi evidente il coinvolgimento di strutture viarie che rappresentano il collegamento primario cittadino, per la loro funzione di viabilità ordinaria tra il centro storico e la sua periferia orientale, ovvero il quartiere di Monticelli e la zona commerciale Castagneti. In definitiva, una zona strategica molto importante nella vita quotidiana della città.
Ma il passaggio più importante dello studio geologico è quello relativo alla pericolosità delle zone monitorate. "Tutta l'area - si legge nella relazione del geologo incaricato - è interessata da un dissesto attivo che avviene in diverse forme e modalità: crollo, colate, scoscendimenti, erosione al piede con l'aggiunta della presenza costante di una circolazione d'acqua superficiale e sotterranea (in molte situazioni non controllata), che incentiva e innesca l'instabilità. Dissesto manifestatosi con episodi singoli o contemporanei a frequenza pressoché annuale ma tutti testimonianza di un evidente degrado idrogeologico in cui l'area si trova". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico