ASCOLI - Tramite l'avvocato Umberto Gramenzi, il tunisino Afif Ben Fattoum, in carcere con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti, ha ammesso di essere stato lui a...
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Il motivo? Sembrerebbe che da quando si trova in carcere, nonostante abbia manifestato la volontà di voler rilasciare al magistrato una dichiarazione spontanea, non sia stato sentito. Afif è uno dei componenti di un clan composto da nordafricani e italiani che da Napoli faceva confluire nel Piceno ingenti quantitativi di droga. Tutti i telefoni dei sospettati vennero intercettati. Da diverse settimane il tunisino è recluso nel carcere di Marino del Tronto. In questo periodo di tempo la moglie del tunisino, di origini albanesi ma con residenza ad Ascoli, si è recata in carcere per far visita al marito. Il colloquio in cui Afif dice alla moglie che il magistrato doveva essere punito gettandogli dell'acido sul viso oppure causandogli un incidente stradale è stato captato da un'intercettazione ambientale all'interno del locale dove si tengono i colloqui. Afif ha giustificato la minaccia dicendo che voleva soltanto sfogarsi per il trattamento rigido che si sta tenendo nei suoi confronti. Afif si professa colpevole del reato a lui ascritto ma quello che chiede è essere ascoltato dal magistrato per rendere una dichiarazione spontanea. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico