Ascoli, disabile prigioniera in casa Da 20 giorni l'ascensore è guasto

L'ascensore fuori uso
ASCOLI - Tornare a casa dopo un anno e mezzo di riabilitazione e non...

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ASCOLI - Tornare a casa dopo un anno e mezzo di riabilitazione e non riuscire a sottoporsi alle cure perché l’ascensore del palazzo è rotto e la donna non può scendere le scale. È quanto segnalato dall’ex consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Giulio Natali, che si scaglia contro l’Erap proprietaria degli alloggi di Pennile di Sotto. «Il comportamento dell’Erap è vergognoso – tuona Giulio Natali - da ormai quasi tre settimane la signora, che dalla fine di giugno é tornata a casa dopo che per una grave patologia é stata ricoverata per un anno e mezzo al Santo Stefano di Porto Potenza Picena , non può effettuare la quotidiana terapia riabilitativa perché l’ascensore del palazzo di via Marche dove vive é rotto». Ma ancor di più, a far infuriare Natali, sarebbe la motivazione che sarebbe stata fornita ai familiari della donna. «Alle loro sollecitazioni – sostiene Natali – l’Erap avrebbe risposto che non ci sono i soldi per farlo aggiustare». Una versione però che non coincide con quanto è stato possibile rilevare. Dall’Erap si fa sapere che per quanto riguarda la manutenzione c’è un amministratore di condominio che provvede a far fronte alle necessità e che l’ente, in quanto proprietario, provvederà al pagamento di quanto dovuto. A far chiarezza su quanto accaduto ci pensa l’amministrare del palazzo, il geometra Emilio Guerrieri, che ci spiega nel dettaglio quale è la situazione dell’ascensore. «Lo scorso 15 luglio mi è stato comunicato che l’ascensore di quella palazzina di via Marche non funzionava – ha ricordato Guerrieri –. A quel punto mi sono immediatamente attivato ed ho avvertito la ditta di manutenzione». I tecnici una volta sul posto hanno constatato che il guasto era più complicato del previsto. «Si è rotto il motore argano dell’ascensore ma trattandosi di un modello che ha già i suoi anni, trovare i ricambi non è stato facile – ha evidenziato l’amministratore di condominio -. Per cercare di fare il più in fretta possibile è stata contatta una ditta di Roma ma il pezzo in loro possesso non era compatibile con quel modello d’ascensore. E, allora, non c’è stato altro da fare che chiedere ad un’azienda specializzata del modenese di rifare il pezzo uguale all’originale. Ma, inevitabilmente, i tempi per aggiustare l’ascensore si sono allungati. Ho provveduto a consegnare il preventivo dei costi di riparazione all’Erap che ha autorizzato la spesa». Nel frattempo, lo stesso amministratore di condomino, non appena venuto a conoscenza della situazione ha cercato di ridurre al minimo i disservizi per i condomini e, oltre ad aver affisso nella bacheca del palazzo la comunicazione che l’ascensore sarebbe stato aggiustato entro la fine del mese, ha fatto in modo che i residenti in quella palazzina potessero usufruire dell’ascensore della palazzina contigua raggiungibile attraverso un passaggio comune.
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Corriere Adriatico