ASCOLI - Due ascolani, dovranno comparire davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale dell'Aquila per rispondere dell’'accusa di associazione per...
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Per quanto riguardava la riviera abruzzese erano gli stessi rom, sempre secondo gli investigatori, ad aver organizzato lo spaccio servendosi anche di personaggi extracomunitari e dei cosiddetti "cavalli", ossia giovani del posto che venivano scelti per piazzare lo stupefacente in quanto profondi conoscitori del territorio su cui agivano.
Invece per lo smercio di cocaina ed eroina sulla piazza di Ascoli, commercio che settimanalmente movimentava qualcosa come 400 grammi fra eroina e cocaina, con un giro d'affari di oltre ventimila euro, i capo famiglia rom avrebbero assoldato gli ascolani i quali, in considerazione del proficuo lavoro che stavano svolgendo, si erano conquistati la loro piena fiducia. Era sempre il "clan" dei rom che, oltre a fornire le sostanze stupefacenti, dava le direttive su come muoversi sul mercato ma agli ascolani veniva concessa una certa libertà di iniziativa.
Per i cocainomani i due presunti spacciatori erano diventati un punto di riferimento fisso anche perché offrivano sempre un "prodotto" di ottima qualità ed affidabilità. Nel corso di una serie di operazioni antidroga che la Guardia di Finanza ha effettuato nel periodo compreso fra maggio 2012 ed agosto 2013 sono stati colti in flagranza di reato in diverse operazioni, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, sia i due ascolani che i sette componenti appartenenti a due famiglie di etnia rom. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico