Mancano i tracciatori Covid, classi in Dad anche se c'è un solo studente positivo

Mancano i tracciatori Covid, classi in Dad anche se c'è un solo studente positivo
ASCOLI -  Sono un centinaio le classi nel Piceno in cui gli studenti sono stati posti in quarantena ed è stata attivata la didattica a distanza. Con l’incremento...

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ASCOLI -  Sono un centinaio le classi nel Piceno in cui gli studenti sono stati posti in quarantena ed è stata attivata la didattica a distanza. Con l’incremento deciso dei contagi, il virus corre nelle scuole dove si registrano un numero significativo di positivi al Covid. Per questo motivo, il direttore del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Area vasta 5, il dottor Claudio Angelini, ha comunicato all’Asur lo stato di emergenza rilevato all’interno degli istituti scolastici e, pertanto, si è proceduto alla messa in quaratena degli studenti.

 

 
La deroga
Pertanto, le lezioni in molti casi sono proseguite in via telematica, in deroga a quanto disposto dalle nuove norme del ministero della sanità e di quello della pubblica istruzione che, per mantenere il più possibile la didattica in presenza, ha introdotto un sistema di sorveglianza che prevede un tampone molecolare al momento del riscontro della positività per tutti gli altri alunni della classe e uno di controllo a distanza di cinque giorni. La norma, però, presenta delle difficoltà dal punto di vista organizzativo. Soprattutto, come in queste ultime settimane, il numero dei contagi cresce in maniera esponenziale rendendo difficile anche il tracciamento dei contatti per mancanza di personale. 


Le quarantene
Per questo, qualora si riscontri lo stato di emergenza, si dà la possibilità ai direttori del Sisp di derogare dalla norma e procedere con le quarantene. Ed è quello che ha fatto il primario Angelini al pari dei direttori del Servizio igiene e sanità pubblica delle altre Aree vaste delle Marche. Nel frattempo, l’Area vasta, constatata la grande affluenza delle ultime settimane, sta valutando soluzioni per ridurre al minimo i disagi dei cittadini. Si stanno coinvolgendo i medici di base per effettuare le vaccinazioni nei comuni dell’entroterra piceno per decongestionare il centro vaccinale di Pennile di Sotto. Ma nel frattempo si stanno prendendo in considerazione anche altri siti come lo stabilimento della ex Haemonetics, sebbene il capannone in zona industriale non sia facilmente raggiungibile. Del problema è stata investita anche la Prefettura che sta monitorando la situazione. Ma oltre a quello della struttura, c’è anche il problema del personale. I giovani medici a cui si era fatto ricorso la primavera scorsa, in molti hanno ripreso i corsi di specializzazione; nello stesso tempo, quelli che erano stati messi a disposizione dalla struttura commissariale hanno portato a termine il proprio contratto. Si attende, ora, che il commissario Figliuolo proceda al reclutamento di altri medici: si era ipotizzato, in tal senso, del coinvolgimento dei militari ma per quanto riguarda Ascoli questa soluzione appare piuttosto difficile da perseguire. Alla caserma Clementi, al momento, c’è la disponibilità di un solo ufficiale medico e, inoltre, non c’è neppure la disponibilità di mezzi sanitari mobili. 


I No vax sospesi 


Problemi di personale che si ripercuotono anche all’interno dei due ospedali del Piceno. Sono una trentina i sanitari che sono stati sospesi pochè non vaccinati ai quali si aggiungono anche quelli che nel frattempo si sono contagiati mettendo a rischio anche alcune attività all’interno dei nosocomi. I sindacati hanno protestano perchè alcuni di loro sono ancora in servizio. In realtà non hanno ancora ricevuto la notifica del provvedimento dall’Asur. La positività di medici ed infermieri ha provocato lo stop delle blocco operatorio ma fortunatamente, l’attività delle sale operatorie è ripresa a pieno regime. 

 

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Corriere Adriatico