Green pass fasulli: ora i furbetti vorrebbero vaccinarsi davvero, ma non possono

Green pass fasulli: ora i furbetti vorrebbero vaccinarsi davvero, ma non possono
ASCOLI - Avevano trovato l’escamotage per non vaccinarsi ed ottenere ugualmente il Green pass. Dopo essere finiti al centro dell’inchiesta della Procura ed essere...

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ASCOLI - Avevano trovato l’escamotage per non vaccinarsi ed ottenere ugualmente il Green pass. Dopo essere finiti al centro dell’inchiesta della Procura ed essere stati iscritti sul registro degli indagati, alcuni di coloro che sono sospettati di aver ottenuto la falsa certificazione verde vorrebbero vaccinarsi ma, ora, non possono farlo e dovranno attendere. Lo scorso 4 gennaio, il gip di Ascoli ha disposto la custodia cautelare in carcere per il medico Giuseppe Rossi, i domiciliari per Maurizio Strappelli ritenuto il presunto intermediario tra il medico e i pazienti e il sequestro dei Green pass e la disattivazione del QrCode alle 72 persone indagate per falso in concorso con il medico. 

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L’obbligo vaccinale

Con l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per l’accesso ai servizi e sui posti di lavoro, molti di quelle 72 persone vorrebbero ora vaccinarsi. Di punto in bianco, infatti, si sono trovati nella scomoda posizione di non poter più andare a lavorare, trascorrere una serata in compagnia di amici al bar o al ristorante o per poter andare in palestra o assistere agli spettacoli. Probabilmente, le quotidiane difficoltà a cui sono stati costretti a fronteggiare a seguito dell’inchiesta, potrebbero averli convinti a vaccinarsi. Ed è a questo punto che hanno dovuto fare i conti con la burocrazia e un iter particolarmente complesso per poterlo fare. Il loro nominativo, infatti, risulta già inserito nel registro telematico dei vaccinati, inseriti dopo che il dottor Rossi ha certificato l’avvenuta somministrazione della prima e della seconda dose. Ora, dovendo iniziare da capo la profilassi per combattere il Covid-19, si ritrovano a non poterlo fare e bloccati in una fase di stallo. Per poter risolvere il problema, sono costretti ad a affrontare una procedura particolarmente complessa che prevede la richiesta formale al servizio di igiene e sanità pubblica della cancellazione del proprio nominativo dal registro telematico. 

L’autorizzazione

Ma dovranno attendere prima di poter ottenere l’autorizzazione per potersi recare ad un hub vaccinale e ricevere la prima dose. Nel frattempo, però, ci sarà chi a causa del proprio comportamento sarà costretto a pagarne le conseguenze. 

 

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Corriere Adriatico