Contributo comunale una tantum di 2.500 euro per aiutare le famiglie a pagare l'affitto di casa

Il caro-bollette mette in crisi le famiglie
ASCOLI - Ora c’è un altro salvagente lanciato dall’Arengo nel mare tempestoso del caro vita che rischia di far annegare, tra inflazione e prezzi alle stelle,...

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ASCOLI - Ora c’è un altro salvagente lanciato dall’Arengo nel mare tempestoso del caro vita che rischia di far annegare, tra inflazione e prezzi alle stelle, tante famiglie ascolane in difficoltà economiche. Un salvagente che si concretizza, come anticipato da specifico provvedimento dell’amministrazione comunale su indirizzo del sindaco Fioravanti e dell’assessore ai servizi sociali Brugni, in un nuovo avviso comunale appena pubblicato con scadenza fissata per il prossimo 15 febbraio. 

 


La scadenza


Entro metà febbraio, infatti, i nuclei familiari che abbiano perso almeno il 25% del proprio reddito nel 2022, anche a seguito del Covid, potranno ottenere un contributo per pagare i canoni di affitto arretrati fino al 40% degli stessi, per un massimo di 2.500 euro. E stavolta, con questo bando integrativo finanziato col Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli (anche se non soggetti a sfratto), si alzerà l’asticella fino a 35mila euro annui di reddito Isee, per ampliare gli aiuti già concessi dall’Arengo sia per gli affitti che per le bollette, laddove il tetto massimo si attestava su un reddito massimo di poco superiore ai 12mila euro. Chiaramente, però, l’obiettivo, in linea con l’esplicita volontà del sindaco Fioravanti di dare priorità soprattutto alle criticità a livello sociale, è indirizzare i sostegni economici a chi, pur con reddito non necessariamente basso, si sia trovato realmente in difficoltà per una consistente riduzione delle entrate familiari. Ovviamente, la misura prevede l’esclusione di tutti coloro che abbiano in affitto una villa o un appartamento signorile o di pregio (ovvero le categorie catastali A1, A8 e A9). 


I requisiti


«Si tratta di un’ulteriore attività – sottolinea l’assessore alle politiche sociali Brugni – che l’amministrazione mette in campo per aiutare famiglie in difficoltà a pagare canoni di affitto arretrati, andando a coprire una ulteriore fascia di popolazione che si ritrovi con una importante diminuzione del reddito. In questo modo inseriamo un ulteriore tassello in un quadro complessivo di iniziative di sostegno ai cittadini». Per poter presentare la domanda di contributo in base al nuovo bando dell’Arengo, che si impernia, come detto, sugli ulteriori stanziamenti della Regione attraverso il fondo per gli inquilini morosi incolpevoli per una disponibilità complessiva di circa un ulteriore milione di euro (per la precisione 990mila euro), si dovranno avere requisiti ben precisi. Innanzitutto, si deve essere titolari di un contratto di locazione di un immobile ad uso abitativo non classificato come di categoria A1, A8 o A9 e che si risieda nell’alloggio in questione da almeno un anno. 


Il reddito


C’è poi il requisito del reddito Isee che dovrà essere non superiore a 35mila euro e che dovrà affiancarsi a una riduzione del reddito Irpef superiore al 25%. È necessario, inoltre, non essere titolari – né il richiedente né un componente della famiglia – del diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su un altro immobile, adeguato alle esigenze del nucleo familiare, nell’ambito del territorio provinciale. Ovviamente, saranno escluse le domande di chi abbia già presentato domanda di contributo per il pagamento dei canoni locativi 2022 in base all’altro specifico bando. Alla domanda dovranno essere allegati l’attestazione Isee in corso di validità e relativo Isee corrente, copia del contratto di locazione, copia del documento d’identità in corso di validità e, per i cittadini extracomunitari, copia di permesso di soggiorno Ue. 


I contributi


Una volta conclusa la fase di presentazione delle domande, si andrà a definire una graduatoria sulla base di alcune priorità: presenza nel nucleo familiare di un ultrasettantenne, di un minore o di una persona con invalidità accertata per almeno il 74% o per chi sia in carico ai servizi sociali o all’azienda sanitaria per un progetto assistenziale. A parità di requisiti, si definirà la graduatoria in base al valore del reddito Isee del nucleo familiare. La Regione distribuirà i fondi disponibili in misura proporzionale al fabbisogno comunicato da ciascun Comune. 

 

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Corriere Adriatico